Scuola, contratto: sindacati contestano aumenti insufficienti

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Il sindacato contesta tempi e misura degli aumenti stipulati col nuovo contratto della scuola che non solo risultano inferiori agli altri comparti, ma non sono nemmeno stati versati al personale. «Gli effetti economici del contratto 2016/18, sottoscritto definitivamente il 20 aprile scorso e riguardanti oltre 1 milione e 200mila dipendenti, attesi dallo scorso mese di marzo, si vedranno infatti in parte nel mese corrente, attraverso l’accreditamento del cedolino dedicato agli arretrati; solo nel mese di giugno arriveranno gli aumenti effettivi, nemmeno 50 euro netti, spettanti in base all’anzianità di servizio, la cui ultima traccia in busta paga risale a quasi dieci anni fa. Insomma, è proprio il caso di dire: pochi, maledetti e nemmeno subito. Rimane in ogni caso abissale la distanza tra quanto avrebbero dovuto percepire i lavoratori della scuola e l’esiguo aumento che giungerà nei loro stipendi».

E’ quanto si legge in una nota dell’Anief. «Basta ricordare -continua Anief- che, per il periodo 2007/08-2015/16, gli anni del blocco del contratto della scuola, solo qualche giorno fa l”Aran ha calcolato, prendendo in esame le principali fonti statistiche nazionali disponibili (Ragioneria generale dello Stato e Conto annuale, Istat), che la perdita progressiva di valore degli stipendi pubblici rispetto all”inflazione equivale all”8,1%. Inoltre, nel periodo in cui gli stipendi pubblici non facevano ravvisare incrementi, nel settore privato gli aumenti hanno toccato quota 3,6 punti”.
Per Marcello Pacifico (Anief-Cisal), “il fatto che a quantificare la distanza stipendiale sia stata proprio l”Aran, l”artefice del contratto collettivo nazionale assecondato dai sindacati confederali, la dice lunga su quanto possa essere stato sconveniente sottoscrivere l”accordo del 20 aprile scorso”

“L”Aran sa bene – rimarca – che di indennità di vacanza contrattuale il personale avrebbe dovuto ricevere almeno il 4%. Anche il gap sullo stipendio tabellare grida vendetta: tra il 2010 e il 2016 il personale della scuola si è visto sottratto 1.147 euro, incluso di accessorio, complessivamente 353 euro rispetto al 2012. A questo punto, considerando la presa in giro cui il personale è stato sottoposto, con gli aumenti ”mancia” che arriveranno nei prossimi 50 giorni, secondo noi è lampante -continua Pacifico- che per avere giustizia non rimane che attivare la battaglia nei tribunali: in questo modo Anief, attraverso i propri legali, punta a recuperare almeno il 50% del tasso Ipca non aggiornato dal settembre 2015″.
Il sindacato, conclude la nota, “pertanto, conferma i ricorsi gratuiti per far attribuire ai lavoratori il conferimento
dell”indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2008-2018 e recuperare cifre molto più alte di quelle accordate”

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