La situazione di tensione in Siria è sfociata in un attacco missilistico da parte delle potenze occidentali, esclusa l’Italia che però è stata informata, con la conseguente protesta di Mosca. Usa, Francia e Gran Bretagna hanno lanciato prima dell’alba un attacco missilistico contro il centro di ricerche di Barzeh, pochi chilometri a Nord di Damasco. Il sito è sospettato di aver sviluppato armi chimiche e biologiche e di essere usato anche come deposito per stoccarle. La tv di Stato ha mostrato il fumo che si levava dalla zona. Il presidente americano Donald Trump ha annunciato la rappresaglia in diretta tv. L’ambasciatore russo ha replicato che ci saranno conseguenze.
L’attacco arriva a una settimana dal sospetto raid con agenti chimici sulla città ribelle di Douma, quando morirono dalle 43 alle 70 persone, secondo gli attivisti dell’opposizione. Damasco e Mosca hanno negato di aver condotto attacchi chimici e hanno accusato i ribelli di aver inscenato l’attacco per innescare l’intervento americano.
Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, con l’Italia esclusa dall’operazione, si è affrettato a dichiarare di essere costantemente informato questa notte degli sviluppi degli attacchi militari in Siria, mantenendosi in contatto con i ministri Esteri e Difesa e con i vertici militari.
Il Ministero della Difesa di Mosca ha dichiarato: «I sistemi di difesa aerea siriani sono entrati in funzione: una parte considerevole dei missili da crociera e dei missili aria-terra lanciati sono stati abbattuti mentre si avvicinavano agli obiettivi. Gli attacchi sono stati effettuati da due navi della Marina degli Stati Uniti dal Mar Rosso, un gruppo aereo tattico sul Mediterraneo e bombardieri strategici statunitensi B-1B nell’area di Al-Tarif».