Vitalizi: Di Maio e Fico, hanno le ore contate. Prossima iniziativa alla Camera del M5S

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I risultati delle votazioni per le cariche politiche alla camera, che hanno visto soccombente il Pd e il raggrupparsi di vari schieramenti, la Presidenza della Camera dei Deputati affidata a Roberto Fico, hanno indotto qualcuno a fare i conti della serva e a prevedere quale fine farebbe uno dei cavalli di battaglia del M5S, l’abolizione dei vitalizi.

Luigi Di Maio ha pronosticato che «I vitalizi non hanno scampo!». Ora ci sarebberoo i numeri e le condizioni politiche per approvare il provvedimento addirittura senza passare dall’Aula.

Ecco il perché. Sull’elezione elezione di Fraccaro ssi sono concentrati anche i voti leghisti e si sa da tempo che anche FdI è sensibile al tema poiché Giorgia Meloni ha condotto una lotta senza quartiere alle pensioni d’oro, il Pd si è fatto promotore di una sua legge, salvo poi affossarla in Senato. Manca Forza Italia che da sola potrebbe costituire, ma senza successo, un ostacolo al provvedimento.

Ma adesso, dopo i risultati del 4 marzo chi si opporrà? Nel campo di Forza Italia vanno lette in questa direzione le prudenti parole del forzista filoleghista Giovanni Toti: «Se si facesse una riduzione dei vitalizi, come quella passata nella scorsa legislatura alla Camera, io non la vedrei di mal occhio, sarebbe un provvedimento che riavvicina politica e opinione pubblica». E pure Mara Carfagna, neovicepresidente della Camera, ha annunciato che devolverà la sua indennità «per sostenere le battaglie per le donne, per i minori, per la famiglia, per i disabili».

Martedì verrà eletto l’ultimo componente in Commissione alla Camera, un segretario, in quota Gruppo misto. Poi, per i vitalizi ci saranno davvero le ore contate. Poi Fraccaro presenterà subito la delibera, forse ancor prima della formazione del Governo, perché il Movimento vuole dimostrare che non si starà con le mani in mano e che inizierà a governare il cambiamento di cui si è fatto portavoce.
Il la lo ha dato proprio Roberto Fico che si è tagliato l’indennità di funzione e sta già compilando un dossier su trasparenza, risparmi e Giunta per il regolamento. Alla Camera vige l’autodichia, ovvero l’autogoverno. Significa che all’interno del perimetro amministrativo di Montecitorio è il presidente Fico a decidere come disciplinare vita, attività e spese del palazzo.

Come si ricorderà la questione dei vitalizi ha avuto una storia parlamentare tormentata. La battaglia del M5S inizia nel 2014 con un ordine del giorno al bilancio della Camera. Bocciato. Nel 2015 ci riprovano con un emendamento alle riforme costituzionali. Bocciato. Nello stesso anno viene riproposto un nuovo ordine del giorno. Viene dichiarato inammissibile. Nel 2016 ecco due ordini del giorno leggermente diversi ma vengono dichiarati inammissibili. Il 22 marzo 2017, presentano un’ultima delibera di adeguamento alla legge Fornero per evitare lo scatto delle pensioni a 60 anni con soli 10 anni di contributi. Non è stata né discussa né votata perché la presidenta Boldrini disse che doveva andare in aula. Poi ci fu l’abbinamento della proposta di legge Lombardi (M5S) a quella di Richetti (Pd) e si è finiti col dare precedenza a quest’ultima approvata alla Camera e affossata in Senato.

Adesso, col Parlamento nuovo di zecca, si ricomincia, e le prospettive dovrebbero essere favorevoli.

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