Inflazione: a febbraio rallenta (+0,5%). Inversione di tendenza dei prezzi degli alimentari

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Inflazione rivista al ribasso su base annua nel mese di febbraio. Secondo i dati finali dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, mostra una variazione nulla su base mensile e aumenta dello 0,5% su base annua (dal +0,9% di gennaio). Si tratta in quest’ultimo caso di una revisione al ribasso rispetto alla stima preliminare che aveva previsto un aumento dello 0,6%.

La frenata dell’inflazione – spiega l’Istat – si deve prevalentemente all’inversione di tendenza dei prezzi degli alimentari non lavorati (-3,2% da +0,4% di gennaio), cui si aggiunge il rallentamento della crescita dei prezzi sia degli alimentari lavorati (+1,3% da +2,1%) sia dei beni energetici regolamentati (+5,3% da +6,4%).

Il rallentamento non riguarda la dinamica dell’”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, che si attesta a +0,6% come a gennaio. L’inflazione al netto dei soli Beni energetici si riduce invece di quattro decimi di punto percentuale (+0,2%, da +0,6% del mese precedente).

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, il cosiddetto carrello della spesa, diminuiscono dello 0,7% su base mensile e dello 0,6% su base annua (da +1,2% di gennaio).

A fermare l’inflazione è soprattutto il crollo dei prezzi delle verdure con i vegetali freschi che fanno registrare una diminuzione del 21,4% rispetto allo scorso anno, nonostante i danni provocati nelle campagne dal maltempo con l’arrivo del freddo, del gelo e della neve con Burian. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’inflazione a febbraio sul carrello della spesa.

A pagare il conti del maltempo sono per ora solo gli agricoltori con la devastante gelata siberiana che ha distrutto gli ortaggi in campo e provocato perdite consistenti nelle piante da frutto e ulivi con danni che potrebbero raggiungere i 300 milioni di euro su decine di migliaia di imprese agricole.

In un momento di grande difficoltà – conclude l’associazione dei coltivatori diretti – acquistare frutta e verdura nazionale è un atto di solidarietà a favore dell’economia e dell’occupazione locale, ma anche di un aiuto al proprio benessere per combattere il grande freddo con prodotti salutari.

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