Piacenza: arrestati a Pavia e a Torino i presunti autori dell’aggressione al carabiniere

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I presunti autori dell’aggressione di sabato scorso ad un carabiniere durante una manifestazione a Piacenza, sono stati arrestati dalla Polizia e dai carabinieri. Si tratta di due persone che sono state individuate in seguito alle indagini delle Digos di Piacenza e Torino. Gli arresti sono scattati a Pavia e a Torino, dove abitano i due accusati. Il primo avrebbe sottratto lo scudo al militare e poi lo avrebbe utilizzato per colpirlo più volte. Le indagini avrebbero inoltre accertato che il manifestante bloccato a Torino sarebbe la persona che, dopo aver colpito ripetutamente con un’asta di una bandiera i carabinieri che stavano fronteggiando il corteo, avrebbe fatto lo sgambetto al militare, facendolo cadere in terra. La manifestazione era stata organizzata per protestare contro l’apertura di una sede di CasaPound in città.

E” un 23enne incensurato di origine egiziane il giovane antagonista arrestato a Pavia per il pestaggio del carabiniere durante la manifestazione antifascista di sabato scorso a Piacenza. Il giovane si chiama Moustafa Elshennawi e, secondo gli investigatori, sarebbe colui che ha prima strappato lo scudo al militare e poi lo ha utilizzarlo per colpirlo.

Si chiama Giorgio Battagliola, detto ”Brescia”, l’antagonista arrestato a Bussoleno dalla Polizia a seguito dell”aggressione di un carabiniere a Piacenza lo scorso sabato. Gli agenti della Digos di Torino l’hanno fermato al ristorante La Credenza, in Valle di Susa, punto di ritrovo dei ”No Tav”, dove lavora come cuoco.

Un’iniziativa che si inseriva anche tra le reazioni ai fatti di Macerata e alla quale hanno preso parte anche numerosi giovani provenienti da altre città. Quando il corteo ha cercato di sfondare il cordone di sicurezza, i carabinieri hanno risposto con una carica. Nel tafferuglio un militare è caduto a terra e contro di lui si sono accaniti, con calci e pugni, alcuni manifestanti, due dei quali sono stati, appunto, identificati e arrestati.
Le indagini erano partite subito, portando gli investigatori, coordinati dal pm Roberto Fontana, a identificare, grazie alle immagini registrate durante la manifestazione, molti antagonisti coinvolti nei disordini di piazza, alcuni dei quali iscritti nel registro degli indagati. Sono partite 11 denunce, con vari capi di imputazione: rapina, lesioni aggravate in concorso, resistenza, minacce e violenza a pubblico ufficiale, istigazione a delinquere e violazione delle norme del testo unico di pubblica sicurezza sull”osservanza delle prescrizioni. Fra loro anche i due presunti aggressori che sono stati arrestati dalla polizia.
“Sabato scorso – ha detto il ministro dell”Intero Marco Minniti – si sono svolte 150 manifestazioni in tutta Italia, in 149 non è successo nulla, a Piacenza c”è stata violenza contro un carabiniere che non ha nulla a che fare con l”antifascismo”. Il brigadiere capo Luca Belvedere negli scontri ha riportato la frattura scomposta della spalla. E’ stato operato nei giorni scorsi e il suo decorso e positivo, benché con una prognosi superiore al mese. Ha ricevuto una vastissima solidarietà da parte delle forze politiche e, sempre nei giorni scorsi, ha ricevuto anche la visita, nella caserma del battaglione di Bologna, la visita di Minniti, del comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri e del capo della Polizia Franco Gabrielli.

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