2017, un anno di cronaca: dall’attentato di Capodanno all’accusa delle studentesse ai carabinieri

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L’ultima notizia toscana del 2017 è il bambino con due madri, ossia l’adozione gay, registrato in un comune della Maremma. In ordine cronologico è l’ultima nota dell’anno che se ne va. Un anno cominciato con l’attentato di Firenze, proseguito con la tragica valanga di Rigopiano e culminato con il rientro in Italia della salma di Vittorio Emanuele III Sono tanti gli eventi di cronaca che hanno segnato il 2017. Fatti di sangue che hanno tenuto gli italiani col fiato sospeso: come i delitti di Igor, catturato otto mesi più tardi in Spagna. E ancora: la morte del boss dei boss, Totò Riina e le condanne per l’inchiesta Mafia Capitale. E poi l’estate, segnata da siccità e incendi che colpiscono tutto il Paese mentre a destare scalpore sono gli stupri compiuti da 4 giovani sulle spiagge di Rimini. Quindi la vicenda delle studentesse americane che hanno accusato due carabinieri di averle violentate. E il tragico nubifragio di Livorno, capace di devastare una provincia e provocare vittime. Con le polemiche fra Regione e Comune.

L’attentato alla libreria Il Bargello, vicina a Casapound

1 gennaio: il 2017 si apre con un attentato, proprio nella notte diCa podanno, davanti a una libreria riconducibile a Casapound, Il Bargello di Firenze. Nell’esplosione resta gravemente ferito l’artificiere della polizia Mario Vece, 39 anni che perde un occhio e una mano. Si pensa subito a una matrice anarchica. I primi arresti arrivano il 3 agosto, quando cinque i militanti anarchici vengono fermati dalla Digos di Firenze e dal Servizio Centrale Antiterrorismo della Polizia di Stato. Uno di loro era a Lecce e un altro a Roma. Gli arresti sono in totale 8: altre tre persone vengono infatti fermate nella stessa indagine, dalla Digos della Questura di Firenze insieme
al Ros dell’Arma dei Carabinieri, per il precedente attacco del 21 aprile 2016 a colpi di molotov alla stazione dei carabinieri di aprile 2016 a colpi di molotov alla stazione dei carabinieri di Rovezzano-Firenze.

L’hotel Rigopiano distrutto dalla valanga

18 gennaio: una slavina si abbatte sull’hotel Rigopiano, a Farindola, nel Pescarese, Appennino centrale. Dentro c’erano 40 persone e i soccorritori scaveranno per giorni cercando di recuperare i sopravvissuti. Alla fine il bilancio è tragico: 29 le vittime, 11 superstiti, 9 dei quali estratti vivi da una massa di neve e macerie. Polemiche per i ritardi nei soccorsi. Il 27 aprile scorso sei persone,
tra amministratori pubblici e tecnici e funzionari comunali, vengono indagate dalla Procura della Repubblica di Pescara. Per tutti l’accusa è di omicidio colposo. Di Rigopiano si è tornato a parlare lo scorso 18 novembre, quando è stato trovato morto, suicida, il generale dei carabinieri forestali in congedo Guido Conti, 58 anni. In una lettera trovata dopo la sua morte e indirizzata “Alla mia famiglia”, infatti, il Generale dei carabinieri forestali cita la vicenda di Rigopiano come fonte per lui di grande angoscia. Nella lettera, si legge fra l’altro: «Da quando è accaduta la tragedia di Rigopiano la mia vita è cambiata. Quelle vittime mi pesano come un macigno. Perché tra i tanti atti, ci sono anche prescrizioni a mia firma». 14 febbraio: il giudice Andrea Reale rigetta la richiesta di ammissione agli arresti domiciliari per Veronica Panarello, condannata in primo grado a 30 anni di reclusione per l’omicidio del figlio Loris, avvenuto a Santa Croce Camerina il 29 novembre del 2014. “Il falso alibi fornito, le diverse versioni sui fatti, le plurime contraddizioni, i tentativi di accusare altre persone, la condotta processuale spregiudicata e calunniosa, ribadita in forma glaciale e senza tentennamenti anche davanti al giudice costituiscono comprova dell’inverosimiglianza di amnesie dissociative retrograde” scrive il gup nelle 194 pagine delle motivazioni della condanna, aggiungendo che “rimane attualissimo il concreto pericolo che l’imputata possa commettere gravi delitti con uso di mezzi di violenza personale e della stessa specie di quelli per cui si procede”. Per il giudice, dunque, Veronica Panarello potrebbe ancora uccidere e per questo deve restare in carcere. 21 febbraio: confermati in Cassazione gli ergastoli per Cosima Serrano e Sabrina Misseri, madre e figlia, condannate in Corte di Assise e in Appello per l’omicidio della 15enne Sarah Scazzi, rispettivamente nipote e cugina delle due imputate, strangolata il 26 agosto del 2010 ad Avetrana in provincia di Taranto. Confermata anche la condanna a 8 anni per concorso in soppressione di cadavere per Michele Misseri.

dj Fabo, cieco e tetraplegico va in Svizzera a chiudere la sua esistenza

27 febbraio: Fabiano Antoniani, per gli amici dj Fabo, cieco e tetraplegico in seguito ad un incidente stradale, va in Svizzera per morire con l’eutanasia. Ad accompagnarlo c’è il radicale Marco Cappato, dell’associazione Luca Coscioni, che finirà indagato pocchi giorni dopo dalla Procura di Milano. Per Cappato il processo riprenderà il 17 gennaio prossimo mentre la sentenza è attesa per il 14 febbraio. 9 marzo: per la prima volta in Italia un giudice autorizza un’adozione gay. Il tribunale dei minori dei Firenze riconosce infatti a una coppia di genitori italiani omosessuali che risiedono in Inghilterra l’adozione di due fratellini, come già disposto da una corte britannica. Pochi giorni dopo, il 14 marzo, una nuova sentenza del Tribunale di Roma riconosce la stepchild adoption per una coppia di mamme di Roma che hanno avuto una figlia grazie alla fecondazione eterologa. 9 marzo: un ponte provvisorio sopra l’autostrada A14 tra Ancona Sud e Loreto crolla improvvisamente mentre erano in corso lavori. Muoiono due coniugi: Emidio Diomede, 60 anni, e Antonella Viviani, 54, di Spinetoli (Ascoli Piceno). Feriti anche tre operai. 26 marzo: Emanuele Morganti, 20 anni, muore dopo aver subito un pestaggio nella notte fuori da un locale di Alatri, in provincia di Frosinone dopo uno scambio di battute pesanti. Vengono fermati due fratellastri, Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, e il 31 marzo viene convalidato il loro fermo. Oltre ai due in carcere, ci sono 7 indagati, per rissa, tra cui il padre di Castagnacci e i buttafuori del locale.

Igo il Russo, arrestato in Spagna

2 aprile: il barista Davide Fabbri, 45 anni, muore mentre tenta di difendersi da un rapinatore e viene ucciso con un colpo alla testa. Accade a Budrio, nel Bolognese. Inizia la caccia a Igor ‘il russo’, il cui nome è Norbert Feher, e non è russo ma serbo. Nella sua fuga, l’8
aprile, uccide la guardia ecologica volontaria Valerio Verri. Oltre mille fra carabinieri e forze speciali lo cercano ininterrottamente fra le campagne di Bologna e Ferrara. Una caccia che si concluderà otto mesi dopo, il 15 dicembre scorso, a Teruel, in Spagna, dove ‘Igor’, prima di essere catturato, miete ancora altre tre vittime: due poliziotti spagnoli e un allevatore. In Italia, Feher è sospettato inoltre di aver ucciso nel 2015 il metronotte Salvatore Chianese. L’arresto in Spagna, spiega il ministro dell’Interno Marco Minniti, ”è frutto di un’attività investigativa che è partita dall’attività di indagine dell’Arma dei carabinieri. Di recente in Spagna c’era stato un reparto del Ros che aveva segnalato alla Guardia civil il possibile luogo dove si poteva nascondeva Robert Feher, a testimonianza di un’attività investigativa mai cessata”. Il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato, ha chiesto l’estradizione in Italia di ‘Igor’, ma prima che l’assassino possa venire in Italia, dovrà essere processato per gli omicidi compiuti in Spagna.

La notte degli incidenti in piazza San Carlo a Torino, per la finale di Champions

3 giugno: oltre 1.500 feriti e una donna di 38 anni morta. E’ il bilancio della tragica notte in piazza San Carlo a Torino, quando migliaia di persone stavano assistendo davanti al megaschermo alla finale di Champions League Juventus-Real Madrid. Scene di panico e psicosi terrorismo vengono scatenate da alcuni petardi, e la gente inizia a fuggire, calpestando le persone che non riescono a rimanere in piedi. Fra i feriti almeno 8 sono gravi, fra cui un bambino di 7 anni, Kelvin. Per questa vicenda, lo scorso 19 dicembre, il prefetto di Torino Renato Saccone ha ricevuto un avviso di garanzia. 22 giugno: allarme siccità in tutta Italia. Il Consiglio dei ministri, e il premier Paolo Gentiloni dichiarano lo stato di emergenza per le province di Parma e Piacenza. Grave la situazione del lago di Bracciano, la cui acqua viene utilizzata per rifornire la Capitale. I comuni vicini al lago presentano un esposto per disastro ambientale mentre pochi giorni dopo l’Acea Ato 2 annuncia che a causa della siccità è costretta a chiudere i ‘nasoni’, le tipiche fontanelle sparse per le strade di Roma. Il governatore del Lazio Nicola Zingaretti firma il decreto per lo stato di calamità naturale nella regione e impone lo stop, graduale, ai prelievi d’acqua dal lago di Bracciano, sempre più ‘a secco’. Soltanto nel Lazio, secondo un dossier di Legambiente, a giugno 2017 si sono registrate fra l’80 e l’85% di piogge in meno rispetto agli anni precedenti, in particolare proprio nella zona di Bracciano, Trevignano e Bolsena.

Alberto Stasi, in carcere a Bollate nel Milanese

28 giugno: si chiude la vicenda dell’omicidio di Garlasco. La Corte di Cassazione rigetta il ricorso straordinario presentato da Alberto
Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. Inutile il recente tentativo della difesa di Stasi di ‘riaprire’ il processo puntando il dito contro un nuovo sospettato: gli elementi racconti contro Andrea Sempio si dimostrano inconsistenti. Dopo la ‘bocciatura’ da parte della Cassazione dunque, Stasi resta in carcere. 18 luglio: per l’omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate scomparsa e uccisa il 26 novembre 2010, viene confermato l’ergastolo per Massimo Bossetti. La sentenza d’appello arriva dopo ore di camera di consiglio. Il delitto è aggravato dalla crudeltà e dalla minorata età della vittima. Nessun dubbio per i giudici sulla
prova regina: il Dna trovato sugli slip e sui leggins della ragazzina appartiene al muratore di Mapello.

Il terremoto di Amatrice

18 luglio: ci sono i primi 5 indagati nell’inchiesta della procura di Rieti sui crolli degli edifici ad Amatrice dopo il terremoto del 24 agosto 2016. La vicenda riguarda in particolare le case popolari di agosto 2016. La vicenda riguarda in particolare le case popolari di piazza Sagnotti, costruite negli anni ’70, dove ci furono 19 vittime e 3 sopravvissuti. Sul registro degli indagati con l’accusa di disastro, omicidio colposo e lesioni, finiscono i responsabili della ditta di costruzioni e dell’Ater di Rieti: il direttore tecnico, l’amministratore unico della ditta che ha eseguito i lavori, il presidente dell’Ater di allora, il geometra del Genio Civile e un ex assessore del Comune. Per costruire l’edificio sarebbero stati usati materiali inadeguati. “Per come erano state progettate le palazzine, sarebbero crollate con qualsiasi sisma” afferma il pm di Rieti Rocco Montuori. Tra le 19 vittime, la più giovane, Ludovica Tulli, aveva 12 anni; la più anziana, Rocco Gagliardi, 81 anni. 20 luglio: 20 anni a Massimo Carminati e diciannove anni a Salvatore Buzzi. Si chiude con condanne decisamente più basse (250
anni rispetto agli oltre 500 anni di carcere richiesti dai pm) e con la caduta dell’accusa di associazione mafiosa il processo di I grado di Mafia capitale. A emettere la sentenza nell’aula bunker di Rebibbia la X sezione penale del Tribunale, presidente Rosanna Ianniello. Alla sbarra 46 imputati, 19 con l’accusa di 416 bis, caduta per tutti. Per
l’ex Nar la condanna più dura: 20 anni di reclusione e 14mila euro di multa contro i 28 anni chiesti dalla procura. Al ‘ras delle cooperative’ Buzzi sono stati inflitti 19 anni, contro i 26 anni e 3 mesi richiesti. 23 agosto: gli incendi colpiscono duramente tutto il Paese e in particolare le montagne dell’Abruzzo. Gravissimi i danni al Monte Morrone, nel cuore del Parco nazionale della Majella, dove i Vigili del Fuoco lavorano per più di due settimane per riuscire a
domare le fiamme. 26 agosto: l’Italia è scossa dal duplice stupro avvenuto nella notte a Miramare di Rimini. Un branco di quattro giovani spietati e senza scrupoli: stuprano una giovane polacca, picchiando brutalmente il suo compagno e, non soddisfatti, abusano poco dopo di un transessuale peruviano. Gli investigatori, dopo una decina di giorni, li acciuffano. Tre di loro sono minorenni, tra cui due fratelli marocchini di 15 e 17 anni, un 16enne nigeriano e poi il congolese 20enne Guerlin Butungu, considerato il leader del gruppo, rintracciato su un treno a Rimini all’alba di domenica. Vengono interrogati e si rimpallano le responsabilità. I giudici confermano il carcere per
tutti e quattro. Il 10 novembre, con rito direttissimo, Butungu viene condannato a 16 anni grazie alla riduzione della pena prevista nel caso di rito abbreviato.

Il Flò a Piazzale Michelangelo, dove le ragazze americane incontrarono i carabinieri

7 settembre: a Firenze due giovani studentesse statunitensi accusano due carabinieri di averle violentate mentre
erano in servizio. Le ragazze si presentano in Questura e raccontano la loro versione agli agenti di polizia. Secondo quanto riferito dalle due americane, poco più che ventenni, sarebbero state avvicinate dai due carabinieri fuori da un locale, dopo che avevano bevuto alcol, e poi le avrebbero accompagnate a casa con l’auto di servizio. Le due giovani, secondo la denuncia depositata in questura, sarebbero state violentate nel loro appartamento nel centro storico, affittato per un soggiorno di studio presso una nota università Usa a Firenza. I due militari, Pietro Costa, 32 anni, e Marco Camuffo, 44 anni, vengono indagati dalla Procura di Firenze per violenza sessuale e sospesi dal servizio dall’Arma. Il carabiniere Costa, durante l’incidente probatorio, si difende dicendo che si è trattato di un rapporto sessuale consenziente.

Il Duomo dove si svolsero i funerali delle vittime del nubifragio di Livorno

10 settembre: Livorno si sveglia sotto un nubifragio. Nella notte tra le 2 e le 4 cadono sulla città oltre 250 mm di pioggia. I fiumi esondano e da subito si contano i morti. Le vittime accertate alla fine sono 8: Roberto Ramacciotti, Simone Ramacciotti, 37 anni, Glenda Garzelli, 35 anni, e il piccolo Filippo Ramacciotti, 4 anni. E ancora, Raimondo Frattali, 70 anni, Martina Bechini, 34 anni, Matteo Nigiotti, 22 anni. La Procura apre un’indagine, in particolare sulla mancata evacuazione in occasione dell’allerta meteo ‘arancione’. I reati ipotizzati sono omicidio colposo e disastro colposo. 13 settembre: viene trovato a Castrignano del Capo, nel Leccese, il cadavere della 17enne Noemi Durini, scomparsa dieci giorni prima. Lo stesso giorno viene indagato il fidanzato, anche lui 17enne, per omicidio volontario. Durante l’interrogatorio confessa il delitto. E’ lui infatti a far ritrovare il corpo di Noemi. Agli inquirenti le sue dichiarazioni appaiono subito contraddittorie e per nulla convincenti. Era stato lui infatti a vedere per l’ultima volta la ragazza. Secondo quanto riferito dal ragazzo, l’avrebbe uccisa per impedirle di mettere in atto il proposito di eliminare in modo violento la sua famiglia che ostacolava la loro relazione. Un rapporto che vedeva contrari peraltro anche i familiari della vittima. Il padre del 17enne è indagato per sequestro di persona e occultamento di cadavere mentre l’omicida confesso viene trasferito all’Istituto minorile di Quartucciu (Cagliari), su ordine della procura minorile di Bari. 11 ottobre: in Italia si torna a parlare di eutanasia dopo che Loris Bertocco, 59enne, storico epsonente dei Verdi in Veneto, decide di andare in una clinica in Svizzera per morire.
sia giusto rinunciare ad essa”.

Il capitano della Fiorentina, Astori, legge il Diario di Anna Frank

24 ottobre: indagini sul caso degli adesivi con l’immagine di Anna Frank con la maglia della Roma lasciati dai tifosi
laziali nella Curva Sud dello stadio Olimpico, dopo la partita con il Cagliari. La Procura di Roma iscrive dodici persone nel registro degli indagati. Nel fascicolo aperto dal procuratore aggiunto Francesco Caporale per istigazione all’odio razziale tra i dodici iscritti sei appartengono al gruppo ultras degli”Irriducibili”. Gli atti relativi a un minorenne sono stati inviati per competenza alla procura dei minori mentre un 13enne identificato dalla Polizia non è imputabile. 8 novembre: un giornalista di Rai 2, Daniele Piervincenzi, viene aggredito a Ostia da Roberto Spada, fratello di Carmine, detto ‘Romoletto’, il boss condannato a 10 anni per estorsione con l’aggravante del metodo mafioso, e titolare di una palestra. Il video
dell’aggressione, in cui Spada rompe il naso al giornalista colpendolo con una testata, compare su tv e siti web. Spada viene fermato dai carabinieri di Ostia. Tre giorni dopo il gip emette un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Spada riconoscendo l’aggravante del metodo mafioso. Spada è accusato di lesioni e violenza privata
aggravate dal metodo mafioso e dai futili motivi per l’aggressione alla troupe della trasmissione ‘Nemo’. Per lui inoltre viene disposto il trasferimento nel carcere di Tolmezzo, in provincia di Udine, nella
sezione di alta sicurezza. A fine novembre viene arrestata una seconda persona. In seguito alla vicenda a Ostia viene convocato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza a cui partecipano anche il ministro dell’Interno Marco Minniti e la sindaca di Roma Virginia Raggi.

L’Unesco riconosce la pizza

6 dicembre: l’Unesco riconosce la pizza e l’arte dei pizzaioli napoletani come patrimonio dell’umanità. “Ottenere il riconoscimento di patrimonio immateriale Unesco per l’arte del riconoscimento di patrimonio immateriale Unesco per l’arte del pizzaiuolo napoletano “significa anche restituire a Napoli, e insieme a Napoli all’Italia, il merito diaver inventato la pizza” commenta il ministro Dario Franceschini dal Giardino Torre del Bosco di Capodimonte dove è stata inventata la pizza Margherita. 7 dicembre: i carabinieri di Desio, in provincia di Monza, arrestano il 27enne Mattia Del Zotto per omicidio volontario e tentato omicidio. Il giovane è accusato di aver ucciso i nonni e una zia, avvelenandoli con del tallio, mescolato in una tisana. Le vittime del veleno sono Patrizia Del Zotto (62 anni), Giovanni Battista Del Zotto (94 anni) e Gioia Maria Pittana (87 anni). Al giovane è contestato anche il tentato omicidio di altre cinque persone: i nonni materni, il marito della zia deceduta, un’altra zia e la badante dei nonni paterni, avvelenati ma sopravvissuti.

Tornano in Italia le salme di Vittorio Emanuele III e della regina Elena

17 dicembre: polemiche per il rientro in Italia della salma di Vittorio Emanuele III, tumulata al santuario di Vicoforte di Mondovì vicino a quella della moglie, la regina Elena. La salma, partita da Alessandria d’Egitto – dove era sepolta nella cattedrale di Santa Caterina – viene riportata nel nostro Paese a bordo di un volo
militare. Proteste dalle comunità ebraiche e dall’Anpi, mentre Emanuele Filiberto rilancia e per l’ultimo re d’Italia chiede la sepoltura al Pantheon.

 

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