La piccola Officina cosmetica (che fu) dei frati domenicani fiorentini ha aperto una falla nella muraglia cinese del cybersquatting. Dimostrando che si può essere un marchio noto – anche se molto di nicchia – in casa propria. E avere la meglio a 10.700 chilometri su chi, per mestiere e in mala fede, registra nel proprio Paese, senza averne titolo, marchi stranieri e famosi, diventandone, entro quei confini, il titolare. Salvo poi “rivenderli”, al legittimo proprietario straniero, che successivamente cerca di aprirsi la porta del mercato cinese (provando a registrare un brand o volendo aprire un negozio). Ma si ritrova “senza chiave”.
La fiorentina Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella (28 milioni di fatturato e 140 addetti tra stabilimenti e negozi, nata nel 1612 anche se i domenicani producevano lozioni già dal 1200), scrive Il Sole 24 Ore oggi in edicola, ha vinto tutte e due le opposizioni presentate all’Ufficio marchi di Pechino nei confronti di un soggetto cinese, Cai Zhifeng, che aveva già registrato un marchio identico (insieme ad altri 66), per altro senza usarlo. Nel primo caso, infatti, l’Ufficio marchi cinese ha rigettato la registrazione dell’imprenditore cinese riconoscendo la proprietà fiorentina come unica titolare del marchio originale.
Con il secondo rigetto – e questo è il punto giuridicamente più rilevante l’Officina ha vinto anche l’opposizione relativa alla classe 35 (che identifica i servizi di rivendita al dettaglio) pur non avendo nè registrazioni di marchio in Cina nè un preuso sostanziale, cioè non avendo mai svolto servizi di vendita direttamente nel Paese. A questo punto, la piccola azienda sbarcherà in Cina? «Non subito – spiega l’ingegnere Eugenio Alphandery, (che nell’89 la rilevò da amici, eredi di uno degli ultimi frati), il quale è anche presidente dell’Unione imprese storiche italiane -. Stiamo facendo delle valutazioni. Per ora, operiamo con servizio di e-commerce solo sugli Stati Uniti. Ma la scelta di opporsi al falso era innanzitutto un dovere nei confronti della nostra tradizione storica».
