Pensioni: Boeri, senza adeguamento età aggravio di spesa di 140 miliardi

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Sindacati e politica hanno chiesto a Boeri, presidente Inps, di non esternare i suoi progetti di fantapolitica pensionistica, ma di fornire loro cifre e dati sui quali misurarsi per discutere e decidere il miglior indirizzo da dare alle politiche future.

Ma il supponente professore fa orecchie da mercante e continua a lanciare i suoi suggerimenti e i suoi strali, incurante dei molteplici segnali che gli vengono inviati. Fino a quando politica e parlamento decideranno che ne hanno abbastanza e lo sostituiranno con buona pace e vantaggio di tutti. Sicuramente dei pensionati, con i quali Boeri sembra abbia un conto aperto.

L’ultima affermazione è la seguente: con il rinvio dell’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita si può rompere – ha detto Boeri – il meccanismo che permette a tutti di vivere senza preoccupazioni. Il meccanismo, se rotto, può portare il Paese a una spesa aggiuntiva per pensioni da qui al 2040 di 140 miliardi. Secondo Boeri piuttosto che pensare ancora di più alle persone con più di 65 anni (lui come presidente Inps deve però curarsi dei pensionati, non del disagio sociale),che sono la fascia della popolazione che è stata colpita meno dalla crisi, si dovrebbe prestare più attenzione alle famiglie con figli minori.

E aggiunge sconfortato: non bastano nemmeno più i trasferimenti che i nonni fanno ai nipoti con la loro pensione. La parte di spesa pensionistica che va ai minori – ha detto – è sempre di meno perché sempre meno pensionati hanno nipoti. Non si può contare neanche su questo trasferimento. Gli italiani – ha proseguito – sono attenti alle famiglie e ai nipoti ma nelle scelte finiscono per essere fortemente egoisti verso i bambini. Bisogna pensare di più ai bambini nel modo in cui si distribuisce la spesa sociale del Paese.

La prossima proposta di Boeri sarà sicuramente di stampo hitleriano, sterminiamo tutti gli ultrasessantacinquenni pensionati, in modo che le risorse risparmiate possano soddisfare le esigenze di tutti i giovani e degli immigrati nullafacenti, che pretendono entrambi di essere mantenuti a spese dello Stato.

Peccato (per fortuna, diciamo noi) che queste scelte non competano a lui, ma al Governo. Pensi a fare il presidente Inps e a rimettere a posto conti e amministrazione previdenziale, se ci riesce (ma ne dubitiamo viste le prove disastrose fornite finora, solo chiacchiere a vuoto come il suo mentore Renzi) piuttosto che esercitare l’inutile e improduttivo mestiere di politico mancato.

Paolo Padoin

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