Pensioni: trattative sindacati – governo, il 18 novembre round decisivo, qualche passo in avanti

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Soltanto la Cgil resta ancorata a una posizione di quasi completo dissenso verso le proposte del Governo in tema di pensioni, gli altri due sindacati sembrano puù possibilisti. Ma facciamo il punto sulle trattative e sulle conclusioni alle quali le parti sono approdate fino a questo momento, in attesa dell’incontro, forse decisivo, in programma il 18 novembre. Utilizziamo una sintesi proposta dal sito PMI.it.

Governo e sindacati vicini a un accordo sulle pensioni che confluirà in una proposta dell’esecutivo da inserire in Legge di Stabilità, che tutela gli addetti ai lavori gravosi dagli adeguamenti alle aspettative di vita e prevede una proroga al 2019 anche per l’APe social e la pensione anticipata dei precoci: lunedì 13 novembre c’è stato il vertice tra Governo (premier Paolo Gentiloni, ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e del Lavoro Giuliano Poletti) e segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil (Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmero Barbagallo). Il risultato è un accordo di massima che andrà perfezionato in una successiva riunione, fissata per sabato 18 novembre. Vediamo i punti chiave. Età pensionabile

Per quanto riguarda gli scatti delle aspettative di vita, saranno escluse 15 categorie di lavoratori addetti a mansioni particolarmente gravose, con una novità rispetto all’intesa che si profilava nei giorni scorsi. Per rientrare nella platea basteranno 30 anni di contributi, mentre bisognerà aver svolto i lavori gravosi per almeno sette anni negli ultimi dieci di attività lavorativa. Si tratta dunque di paletti allentati rispetto alla precedente ipotesi di lavoro, che prevedeva 36 anni di contributi e sei anni di lavoro nell’arco degli ultimi sette.

Non solo: è prevista la formazione di una commissione ad hoc formata da rappresentanti di Inps, Inail, Istat e ministeri del Lavoro e della Salute, che potrà mettere a punto nuove norme inserendo nuove categorie di lavori gravosi.

Le 15 categorie di lavori gravosi sono attualmente quelle già ammesse all’APe social e alla pensione anticipata precoci (addetti alla concia di pelli e pellicce, servizi di pulizia, spostamento merci e/o facchini, conducenti di camion o mezzi pesanti in genere, conducenti treni e personale viaggiante, guidatori di gru o macchinari per la perforazione nelle costruzioni, infermieri o ostetriche che operano su turni, maestre/i di asilo nido e scuola dell’infanzia, operai edili o manutentori di edifici, operatori ecologici e tutti coloro che si occupano di separare o raccogliere rifiuti, chi cura, per professione, persone non autosufficienti), a cui si aggiungono altre 4: i lavoratori marittimi, agricoli, siderurgici, pescatori.

In virtù dello stop dell’adeguamento alle aspettative di vita, questi lavoratori continueranno a poter andare in pensione di vecchiaia a 66 anni e sette mesi anche a partire dal 2019. C’è un secondo punto di accordo sugli adeguamenti alle aspettative di vita che riguarda l’impegno a rivedere il meccanismo a partire dal 2021. Innanzitutto scatti biennali. E con un sistema di calcolo più flessibile, che meglio si adatti ai contesti dell’economia reale.

E veniamo a un altro punto importante della trattative, ovvero la proroga dell’APe Social. In considerazione del fatto che nel 2017 non sono state esaurite le risorse disponibili (nemmeno dopo il riesame, ancora in corso, di molte domande inizialmente scartate), si prevede si utilizzare i fondi per allungare al 31 dicembre 2019 la possibilità di utilizzo di APe sociale e pensioni anticipata precoci. A onor del vero, segnaliamo che è ancora in corso il riesame INPS e che fino al 30 novembre si può continuare a chiedere l’accesso all’APe e alla pensione precoci 2017. Nella Legge di Bilancio è già prevista l’estensione dell’APe volontaria alla fine del 2019.

Fra gli altri punti in discussione, su cui si continua a cercare un’intesa: separazione fra previdenza e assistenza (anche qui, ci sarò una specifica commissione), agevolazioni per la previdenza complementare dei dipendenti pubblici.

Il ministro Poletti assicura l’impegno del Governo a predisporre, entro il prossimo vertice del 18 novembre: «materiale con le risposte alle problematiche rappresentate dai sindacati al tavolo. Lavoreremo per definire puntualmente le risposte in modo che ci sia la possibilità di una valutazione complessiva delle tematiche». Più prudenti i sindacati, che insistono in particolare sull’allargamento della platea dei lavori gravosi a cui riconoscere l’esenzione dagli scatti che portano la pensione di vecchiaia a 67 anni dal 2019.

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