Una sentenza storica, che fornirà argomenti validi per ricorrere a tutti coloro che lamentano i danni della movida fastidiosa nelle nostre città, nei centri storici e non, Firenze e Pisa comprese, ad esempio, per guardare in Toscana.
E’ successo che nella città lombarda il fratello dell’ex sindaco, dopo aver tentato tutte le strade, esasperato dall’incubo della movida molesta ha intentato causa al Comune. La causa civile è iniziata 3 anni fa. Il giudice, in tempi record, alla fine gli ha dato ragione imponendo al Comune di versargli 50 mila euro come risarcimento per danni biologici e patrimoniali. La motivazione è estremamente chiara, il risarcimento è dovuto «a causa del rumore antropico per gli schiamazzi di avventori di alcuni locali che stazionano nei pressi dei locali su suolo pubblico».
Ma non solo, il giudice impone che il Comune si dia una mossa: «Deve quindi essere ordinata al Comune convenuto la cessazione immediata delle emissioni rumorose denunciate mediante l’adozione dei provvedimenti opportuni più idonei allo scopo. Vi è stata una carenza di diligenza da parte del Comune convenuto».
L’assessore alla sicurezza afferma: «Presenteremo ricorso in appello. È una sentenza eccessiva, inaccettabile e inefficace. Abbiamo imposto che i locali chiudano a un’ora certa. Sul posto ci sono le pattuglie. Ma quattro vigili di fronte a migliaia di persone possono poco. Non sono eroi. Alla chiusura dei locali arrivano i mezzi per la pulizia delle strade. Vogliamo mettere il bavaglio alle realtà che fanno schiamazzi ma devono intervenire polizia e carabinieri. Questo è un problema di ordine pubblico».
Ma intanto residenti disturbati dalla movida e avvocati esperti possono affilare le armi e, sull’onda i questo precedente, intentare causa ai comuni pretesi inadempienti