Minniti: immigrazione in calo del 25,7%, ma resta il pericolo dell’arrivo di foreign fighters

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Importante audizione del ministro Marco Minniti al Comitato Schengen sui temi dell’immigrazione e del terrorismo.

FLUSSI – L’obiettivo di governare i flussi migratori è cruciale – ha detto Minniti –  e, ad oggi, registriamo un calo del 25,7% degli arrivi. Si tratta di un dato importante, ma è ancora presto per poter dire che ci troviamo di fronte ad un dato strutturale. E ha spiegato che 16.500 persone sono state soccorse quest”anno dalla Guardia costiera libica.

TUNISIA – Ha evidenziato piuttosto che nelle ultime settimane si è registrata un’impetuosa crescita dei flussi migratori dalla Tunisia, che al momento sono il triplo rispetto all’anno scorso, ma si tratta di numeri abbastanza contenuti. Dall’Algeria i flussi sono cresciuti il doppio e dalla Turchia del 63%, ma se si valuta il complesso degli arrivi, emerge che il 92% del totale proviene ancora dalla Libia, solo l’1,7% dalla Tunisia, l’1,3% dalla Turchia, lo 0,8% dall’Algeria.
Il ministro ha ricordato che sono stati intensificati i rapporti bilaterali con Tunisia ed Algeria. Nei prossimi giorni ci sarà una riunione del Comitato tecnico della sicurezza tra Italia e Tunisia che porrà al centro due questioni: il rafforzamento della cooperazione per il controllo delle rotte ed il potenziamento dei rimpatri.

RELOCATION E RIMPATRI – Crescono i numeri della relocation, i profughi trasferiti dall’Italia ad altri Paesi europei: ad oggi sono 13.622, di cui poco meno di diecimila col trasferimento già attuato ed il resto con l’istruttoria completata o avviata. Il ministro ha ricordato che l’Italia sta lavorando con i Paesi che hanno dato disponibilità ad accogliere i migranti e sia Germania che Francia hanno incrementato la propria solidarietà passando, rispettivamente, a 750 e 200 migranti accolti al mese.
Minniti ha poi riferito che nel 2017 sono cresciuti sia i rimpatri (+14%) che gli allontanamenti alla frontiera(+19%), così come gli espulsi per motivi di sicurezza (82 da gennaio).

ACCOGLIENZA – I Comuni italiani non stanno facendo la loro parte. Solo il 39% aderisce a progetti d’accoglienza, un numero non ancora sufficiente e che dovrebbe essere incrementato perché solo così si può avere il superamento dei grandi centri d”accoglienza che non sono funzionali al processo d’integrazione. Stiamo lavorando – ha aggiunto il ministro – alla conversione in legge del decreto per la creazione dei Centri di permanenza per l’espulsione, che sono altra cosa rispetto ai Cie: ce ne sarà uno per regione e già ne sono stati individuati 11 attraverso l’interlocuzione con le Regioni. non in Toscana, per la pervicace opposizione del governatore Enrico Rossi.

FOREIGN FIGHTERS – Quanto al terrorismo, che finora in Italia non ha colpito anche grazie all’ottima azione dei servizi d’intelligence e delle Forze dell’ordine, il ministro afferma che, se dovesse appalesarsi una sconfitta militare cogente dell’Isis di Siria ed Iraq potremmo trovarci di fronte ad una diaspora di ritorno di foreign fighters. Si stimano in 25-30mila ed è probabile che una parte punterà a tornare a casa, che è l’Africa settentrionale e l’Europa. Trattandosi di fughe individuali, si può pensare che possano utilizzare le rotte dei trafficanti di esseri umani. Per questo il confine Sud della Libia è cruciale anche per l’antiterrorismo.

Si tratta di un quadro sostanzialmente positivo, anche se ancora resta molto da fare in ambito internazionale ed europeo. Onu e Ue infatti restano le belle addormentate.

 

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