Minniti: per i migranti un centro di rimpatrio (1.200 posti) in ogni regione

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Il ministro degli interni Marco Minniti, oltre a spingere sullo ius soli, posizione sulla quale non ci siamo trovati d’accordo, ha spiegato la sua visione complessiva del tema immigrazione, sulla quale invece concordiamo pienamente.
Infatti, dopo gli accordi con la Libia che hanno di fatto chiuso la rotta mediterranea centrale suscitando non poche polemiche da parte delle organizzazioni che si occupano di diritti umani, vuole regolamentare meglio l’accoglienza interna, chiudendo i grandi centri di accoglienza, aprendo più strutture per il rimpatrio con l’obiettivo di aumentare i numeri delle espulsioni .

«L’obiettivo che mi sono dato è arrivare all’accoglienza diffusa e chiudere i grandi centri di accoglienza», ha detto ad Aosta dove interveniva alla Scuola della democrazia: «I grandi centri- ha aggiunto- per quanto ci si possa sforzare di gestirli nel migliore dei modi non possono essere la via maestra per l’integrazione».
Quasi in ogni regione aprirà o cambierà natura un centro per il rimpatrio, con l’obiettivo di arrivare ad una capienza complessiva di circa 1.200 posti. I primi ad essere riavviati come «Cpr», e non più centri di accoglienza, saranno Bari e Gradisca d’Isonzo, mentre sono già partiti i lavori a Macomer e nei prossimi mesi saranno ristrutturati i centri di Brindisi, di Montichiari, in Lombardia e uno in Basilicata, mentre restano attivi Roma (Ponte Galeria), Torino e Caltanissetta.
Ma i posti disponibili per ora sono molto pochi, soltanto 400. Proprio per questo motivo nelle ultime settimane alcuni fermati (venivano dalla Tunisia) senza documenti di soggiorno sono stati lasciati andare con un semplice foglio di via, perché non c’erano posti sufficienti a trattenerli fino alla partenza del volo per Tunisi (dall’Italia partono regolarmente due voli a settimana con trenta rimpatriandi ciascuno).
Nello stesso tempo, saranno fortemente ridotte le grandi strutture di accoglienza. Il ministero sta programmando interventi che riqualifichino le attuali strutture in modo da ridurre e «spalmare» su tutto il territorio nazionale i centri di accoglienza. Ad essere ridimensionati, oltre a Mineo, saranno Cona, Bagnoli e il centro di Crotone. Ma, come per i luoghi di trattenimento pre-espulsione, nuovi centri di accoglienza saranno aperti in tutte le regioni d’Italia, anche se qualche Governatore, come il Toscano Enrico Rossi, è da sempre contrario ai centri, anche ridotti, volendo perpetuare il modello dell’accoglienza diffusa.

 

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