Catalogna: la Corte costituzionale spagnola vieta la seduta del Parlamento. Per evitare la dichiarazione d’indipendenza

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Niente riunione, lunedì 9 ottobre, del Parlamento della Catalogna. La Corte costituzionale spagnola ha decretato la sospensione precauzionale della sessione, durante la quale il presidente Carles Puigdemont sarebbe dovuto intervenire sul referendum del primo ottobre e che poteva portare all’adozione di una dichiarazione di indipendenza. La Consulta di Madrid ha accolto in poche ore il ricorso presentato questa mattina, 5 ottobre, contro la convocazione della riunione dal partito socialista catalano (Psc) referente in Catalogna del Psoe spagnolo.

Non è chiaro al momento quale sarà la decisione dell’assemblea catalana nella quale gli indipendentisti hanno la maggioranza assoluta e che in una normativa approvata in settembre, pure bocciata dalla corte costituzionale di Madrid, ha deciso che se il si avesse vinto il referendum sarebbe entrata in vigore una legge di transizione di valore superiore ai pronunciamenti di qualsiasi corte spagnola. «Madrid non invierà l’esercito in Catalogna. Questa è una notizia che fa parte delle ‘fake news’ diffuse dal governo catalano e dai suoi seguaci», ha detto al Tg1 il ministro degli Esteri spagnolo Alfonso Dastis.

«Spaventoso errore da tutti i punti di vista e per come le cose si stanno mettendo adesso, la questione è repubblica o repubblica», ha detto il portavoce del governo regionale catalano di Carles Puigdemont, Jordi Turull, alla tv TV3, riferendosi all’intervento di Re Felipe VI che ha accusato la Catalogna di slealtà inaccettabile. E il governo spagnolo sta valutando diverse opzioni per una risposta legale proporzionata a un’eventuale dichiarazione di indipendenza da parte del governo regionale catalano, mossa considerata illegale oltre ogni proporzione.

Le misure evocate potrebbero arrivare all’attivazione dell’articolo 155 della costituzione spagnola, fino a un’eventuale sospensione dell’autonomia regionale catalana. Le stesse fonti del governo di Madrid sottolineano peraltro di avere finora agito in maniera proporzionata e legale. Esclusa categoricamente l’ipotesi di una mediazione internazionale così come il dialogo con chi a loro parere “non rispetta lo stesso statuto di autonomia catalano”. Dal governo si dicono anche “fiduciosi” che la Commissione europea sosterrà le posizioni di Madrid.

Ernesto Giusti

 

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