Contratto statali: resta il nodo risorse, si va avanti a fatica

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Sono passati ormai oltre 8 anni dal blocco dei contratti del pubblico impiego, ci sono state sentenze amministrative, sentenze della Corte costituzionale, messe in mora dei vari Governi, ma ancora non si vede la luce alla fine del tunnel a causa dei problemi delle risorse. E della soluzione dell’inghippo degli 80 euro che, già concessi a suo tempo da Renzi, rischierebbero di sparire con l’applicazione tout court dell’adeguamento medio (85 euro) promesso. Servirebbe oltre un miliardo e mezzo per garantire agli statali un aumento di 85 euro mensili, senza detrazioni automatiche.

Il budget per il rinnovo contrattuale previsto a suo tempo sfiorava i 2,8 miliardi, da inserire in legge di Bilancio, sommandosi ai fondi già messi da parte. E ciò considerando solo la Pubblica Amministrazione centrale. Gli enti locali e il resto della P.A dovranno, infatti, provvedere con le loro casse.

Ma la partita è solo all’inizio, visto che da risolvere, come detto, c’è ancora il nodo rappresentato dal bonus 80 euro, da mantenere intatto anche a fronte degli scatti stipendiali. Secondo quanto si apprende, da diverse fonti, la cifra ulteriore da prevedere per coprire tutto l’incremento si aggira quindi intorno a 1,5-1,6 miliardi, più alta rispetto alle stime circolate finora (1,2-1,3 miliardi). Quel che è già disponibile non arriverebbe, infatti, ad assicurare la metà del target.

Per centrare , concordato lo scorso novembre tra sindacati e Governo, mancherebbero all’appello circa 48 euro a testa.

Occorrerà trovare una soluzione ad hoc e a tal fine il segretario generale della Confsal Unsa, Massimo Battaglia, propone di replicare quel che è avvenuto per le forze armate, eliminando i tetti di reddito. Le strade possono essere diverse, dalla defiscalizzazione alla creazione di una voce specifica, da collocare al di fuori della retribuzione base. In ogni modo, sul principio, ovvero sulla salvaguardia del bonus, non ci sarebbero dubbi, almeno stando a quanto indicato dalla ministra della P.A, Marianna Madia, sin dalla direttiva madre sullo sblocco dei contratti.

Le risposte alle tematiche aperte dovrebbero arrivare a breve, d’altra parte il paracadute per il bonus è stato anche al centro del tavolo sul rinnovo all’Aran. Ma in ballo non ci sono solo le questioni che investono gli statali in senso stretto. Anche il mondo dell’istruzione, infatti, rivendica spazio, o meglio risorse. Tutto sarà più chiaro quando, e dovrebbe essere questioni di giorni, partiranno anche i negoziati per i comparti della scuola e della sanità e allora ne vedremo delle belle, visto che i dipendenti a secco di rinnovo e i sindacati stanno affilando le armi e preparano, senza risposte adeguate, un nuovo autunno caldo, con temperature molto superiori a quelle dei vari anticicloni che ci hanno arrostito durante quest’afosissima estate, che sembra volgere finalmente al termine.

 

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