Monte Paschi: azionisti chiedono 800 milioni di danni

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I soci di Mps scottati dal crollo delle azioni dell’istituto senese vanno alla carica del Monte di Stato, con una richiesta danni che sfonda gli 800 milioni di euro. Ma per Rocca Salimbeni, da poco nazionalizzata, non si tratta dell”unica grana. La Bce, a conclusione di un’ispezione sul portafoglio crediti durata oltre otto mesi, si attende ancora 250 milioni di euro di rettifiche nonostante la gran parte dei suoi rilievi siano stati assorbiti dalle svalutazioni operate nel 2016 e nel 2017.
Dalla semestrale del Monte emerge che le richieste di danni degli ormai ex azionisti (chi avesse ancora titoli è stato polverizzato dal burden sharing) sono più che raddoppiate nel corso del semestre rispetto ai 396 milioni di euro di fine 2016. Alla base di cause e reclami – circa 800, ma alcuni formulati collettivamente da studi legali e associazioni – c’è la convinzione, da parte degli ex soci, di essere stati indotti nel corso degli anni ad acquistare azioni e sottoscrivere aumenti di capitale (4 dal 2008 al 2015, per un controvalore di 15 miliardi di euro) sulla base di bilanci, prospetti e informazioni false o non veritiere.
A fare causa a Mps sono state nel 2016 la Coop Centro Italia e la sua controllata Coofin, che chiedono danni per 137,1
milioni di euro, nel 2015 il socio Andrea Marangoni, nel cui giudizio sono intervenuti successivamente altri 123 azionisti per un petitum complessivo di 89 milioni, e altri 14 soci ed azionisti, le cui richieste ammontano a 46 milioni.
Le azioni promosse dagli investitori potrebbero aumentare, anche significativamente in relazione alle risultanze dei due procedimenti penali in corso a Milano, quello che vede imputati Giuseppe Mussari e gli ex vertici sui derivati Alexandria e Santorini (la banca è coinvolta in qualità di responsabile civile) e quello che potrebbe costare un processo per aggiotaggio e falso in bilancio ai loro successori Fabrizio Viola e Alessandro Profumo per come i due derivati sono stati rappresentati in bilancio (Mps è imputata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti).
Ma ad essere lievitati sono soprattutto i reclami indirizzati alla banca e non ancora tradottisi in azioni legali. Si tratta di 729 richieste per un totale di circa 650 milioni (a fronte di 478 richieste per un controvalore di 118 milioni al 31 dicembre 2016). Di queste richieste il 10% circa si sono concretizzate in iniziative giudiziarie in sede civile in gran parte attraverso un intervento nel giudizio promosso da Marangoni. Si tratta di pretese respinte dalla banca in quanto ritenute generiche, infondate, non supportate da idonei riscontri documentali ed in taluni casi prescritte.
Quanto al portafoglio crediti, gli oltre 4 miliardi di euro di rettifiche nel semestre, funzionali alla cessione dell’intero portafoglio di sofferenze, non hanno saziato completamente la fame di ”pulizia” della Bce. Entro l’anno la vigilanza si attende ancora 250 milioni di euro di rettifiche da spesare in bilancio. L’Eurotower chiede inoltre che sia adeguatamente valutata la consistenza di altri 185 milioni di euro di crediti.

 

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