Migranti: Merkel e Macron si accordano per riformare Schengen, ai danni dell’Italia

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Il corrispondente da Bruxelles de La Stampa, Marco Bresolin, sta seguendo le iniziative di Francia e Germania, Macron e Merkel, in tema di limitazioni alla libera circolazione delle persone a seguito dell’emergenza migranti. E ci informa che dalla loro intesa potrebbero nascere seri guai per l’Italia, che rimarrebbe sempre più isolata. Anche se da una parte i due leader tendono la mano all’Italia per spingere la riforma di Dublino e battezzare un vero sistema d’asilo europeo, dall’altra preparano serrature a doppia mandata per chiudere le frontiere. La Francia, con il sostegno della Germania, ha un piano per riscrivere le regole di Schengen e i due Paesi non intendono perdere tempo: vogliono risultati concreti già nel prossimo autunno. Anche perché le attuali deroghe concesse da Bruxelles per i «controlli temporanei in circostanze eccezionali» scadono a novembre e non possono più essere rinnovate. Parigi e Berlino – più gli altri Paesi che sono pronti ad appoggiare la proposta – puntano a un sistema più elastico che permetta agli Stati di blindare i propri confini senza troppi vincoli «in caso di crisi migratoria». Con tanti saluti alla libertà di circolazione, uno dei quattro pilastri su cui si regge l’Unione europea.

È la Francia ad accelerare su questo fronte e il dito è puntato contro l’Italia. Una vicenda che rischia di aprire un’altra crepa con Roma dopo i dissidi sulla Libia e sui cantieri navali di Saint Nazaire. Parigi vuole impedire che i migranti risalgano lo Stivale e «fuggano» verso Nord. Emmanuel Macron lo ha detto senza mezzi termini durante il suo discorso di giovedì ad Orléans. Pur senza citare direttamente l’Italia, il riferimento al nostro Paese è fin troppo esplicito: «Serve cooperazione con i Paesi vicini che oggi, è bene dirlo, sono inadempienti» ha accusato il numero uno dell’Eliseo. Che poi ha argomentato così il suo ragionamento: «Circa la metà delle persone che chiedono asilo in Francia ha già visto respingere la propria domanda in un Paese europeo vicino. Ciò è frutto di una disfunzione che abbiamo in Europa e a cui bisogna porre rimedio».

Quando Macron parla di «un Paese europeo vicino» non si riferisce certo alla Spagna o alla Germania. E lo fa sulla base di alcuni dati che effettivamente confermano la sua tesi. Lo dice anche il Risk Analysis 2017 di Frontex: «La Francia – si legge a pagina 28 – è stata colpita da un crescente numero di migranti arrivati dall’Italia attraverso movimenti secondari». Il rapporto, che incrocia le richieste d’asilo con i database di Eurodac, parla di 11 mila attraversamenti illegali nel 2016, pari a «un incremento del 156% rispetto all’anno precedente».

In questa partita, Berlino sta con Parigi. E le due capitali possono contare sul sostegno di gran parte degli Stati Ue, dall’Austria fino al blocco dell’Est. Ma anche i nordici sono convinti che il quadro delle regole di Schengen vada rivisto. Il tempo a disposizione non è molto perché a novembre scade l’ultima proroga concessa dalla Commissione ad Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia (che non fa parte dell’Ue ma è nell’area Schengen) per consentire i controlli ai confini. Il commissario Dimitris Avramopoulos a maggio aveva lanciato l’avvertimento: «Questa è l’ultima volta». In effetti, secondo il quadro normativo in vigore, non saranno possibili nuove deroghe.

Macron vuole poter chiudere i propri confini per frenare i movimenti dall’Italia: «Con la Germania – ha confermato giovedì il capo dell’Eliseo – vogliamo che il sistema Schengen sia modificato per permettere di ristabilire i controlli in caso di crisi migratoria». Ventimiglia e il Fréjus rischiano di rimanere blindate a lungo. E i migranti resteranno così sul gobbo dell’Italia e degli italiani, se il governo non si sbrigherà a varare provvedimenti efficaci per limitare gli arrivi.

 

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