Pensioni: si pensa al riscatto gratuito della laurea per i giovani Millennials

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Uno dei punti dolenti in discussione fra governo e sindacati si incentra sullo studio di misure che favoriscano il futuro pensionamento dei giovani, soprattutto quelli definiti millennials, che andranno in quiescenza con l’intero metodo retributivo, e quindi avranno assegni più bassi. Si pensa quindi anche a un sistema che favorisca il riscatto degli anni universitari, il che consentirebbe di aumentare di 4 – 5 anni il periodo valutabile ai fini pensionistici, senza però gravare troppo sulle tasche dei giovani.

Il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta ha recentemente illustrato le linee di una possibile soluzione, attraverso una contribuzione gratuita fissa per gli studenti universitari che completano, entro la durata legale, il proprio percorso di studi. I pilastri di questo sistema sarebbero due.

Millennials – Il primo è che a beneficiare del riscatto gratuito, saranno soltanto i nati tra il 1980 e il 2000, i cosiddetti Millenials, la generazione che quando andrà in pensione vedrà calcolato il proprio assegno interamente con il metodo contributivo. Chi ha carriere discontinue, insomma, rischia di non riuscire ad avere una pensione dignitosa alla fine del suo percorso di lavoro.

Stato – Il secondo presupposto del progetto Baretta, è che lo Stato verserà i contributi figurativi all’Inps solo per quei Millenials che avranno finito gli studi universitari nei tempi stabiliti. I fuori corso, insomma, non potranno avere accesso all’agevolazione.

Quanto ai costi per le casse dello Stato, il Tesoro sta ancora facendo i conti, sperando che si tratti di soluzione meno onerosa degli altri progetti che sono sul tavolo.

Il primo è quello di una pensione di garanzia. Si tratta di un qualcosa di simile all’attuale integrazione al minimo, il contributo che dà lo Stato a chi non raggiunge un importo minimo di pensione attualmente fissato attorno ai 500 euro. Nel sistema contributivo l’integrazione al minimo non esiste. In Parlamento ci sono alcune proposte di legge, come quella del presidente della Commissione Lavoro, Cesare Damiano, che invece ne propongono l’introduzione.

Contribuzione figurativa – Ma sul tavolo del negoziato tra governo e sindacati c’è anche un’altra ipotesi. Un’idea sponsorizzata anche dal presidente dell’Inps, Tito Boeri. Si tratta del versamento, sempre a carico dello Stato, di una contribuzione figurativa all’inizio della carriera lavorativa per chi viene assunto con un contratto a tempo determinato e ha dei periodi di discontinuità dal lavoro. Il ministro del lavoro Giuliano Poletti ha prefigurato anche l’ipotesi di bonus contributivi per le mamme, che potrebbe tradursi in un anno di contribuzione in più per ogni figlio.

Delle tre ipotesi probabilmente, considerata la platea più ristretta, quella del riscatto gratuito della laurea sarebbe la meno onerosa.

Se ne riparlerà nel confronto governo-sindacati, la cui ripresa è prevista per martedì 11 luglio. Dopo due giorni, il 13, i sindacati si riuniranno poi in un’assemblea unitaria. Tuttavia, prima di iniziare a parlare delle pensioni dei giovani, le organizzazioni dei lavoratori vorrebbero un’altra rassicurazione dal governo: che venga bloccato lo scatto automatico che porta l’età di pensionamento dal 2019 a 67 anni.

 

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