Siccità: stato d’emergenza in Toscana. Decreto della Regione. Ma la diga di Bilancino è piena, Firenze non rischia la sete

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Dal gran caldo all’emergenza siccità: il passo è stato breve. Onestamente, però, credo che il decreto firmato dal presidente della Regione, Enrico Rossi, sia stato fatto per mettere le mani avanti: magari con l’obiettivo di far scattare un eventuale provvedimento della Presidenza del consiglio dei ministri per il riconoscimento della calamità naturale. Si tratta, in sostanza, di un atto precauzionale soprattutto per la campagna. Le coltivazioni soffrono e rischiano. Ma detto questo, tranquillizzo i lettori: l’acqua non manca. Almeno quella da bere, che continuerà a venire dal rubinetto per tutta l’estate, anche se le temperature dovessero restare altissime e dal cielo non dovesse cadere una goccia. Perché lo so? Semplice: ho chiamato l’Autorità di bacino dell’Arno. I tecnici mi hanno assicurato che la diga di Bilancino, sulla Sieve, è al colmo di piena. In pratica ha 60 milioni di metri cubi d’acqua. Ossia una riserva che permette di affrontare l’estate senza patemi. Bilancino, sia chiaro, non serve soltanto Firenze, ma quasi tutta la Toscana centrale: ossia anche Prato e Pistoia. Vi chiederete: perché sono così preciso fino a sfiorare la prolissità? Per senso di responsabilità ed evitare inutili allarmismi: Firenze è piena di turisti. E anche la costa toscana si sta popolando di bagnanti. Forse bisognerebbe che anche gli atti ufficiali venissero motivati e spiegati in maniera più dettagliata.

Che cosa dice il decreto di Rossi? Con questo atto, spiega una nota, il governatore dà mandato ad una task force di presentare entro trenta giorni un piano straordinario di interventi per mitigare gli effetti della carenza idrica, che sarebbe già misurabile nei fiumi e nelle riserve idriche. La situazione d’emergenza risulterebbe dai dati del settore idrologico regionale. A questo si aggiunge il fatto che le previsioni del Lamma a breve termine non annunciano un andamento estivo tale da lasciar presupporre una ricarica delle riserve idriche.

Il comunicato regionale cita i dati della pioggia e delle misurazioni che, in sintesi, rappresenta un quadro regionale in cui comincia a delinearsi, nel periodo gennaio-aprile 2017, un diffuso deficit di pioggia per i bacini meridionali (Toscana Costa, Ombrone Grossetano e Fiora) con apporti pluviometrici che si attestano tra i più scarsi rispetto ai precedenti e omologhi periodi pregressi, a connotazione siccitosa, registrati sul territorio regionale (gennaio-aprile 2002/03, 2006/07 e 2011/12). Dove si vuole andare a parare? Probabilmente a un riconoscimento di calamità naturale per l’agricoltura già pesantemente colpita dalle gelate della primavera. Ma allora bisognerebbe indicarlo chiaramente. Altrimenti si rischia che qualcuno riempia fiaschi e bottiglie. O la vasca da bagno, come una volta. E che qualcun altro stia alla larga da Firenze.

Sandro Bennucci

 

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