Firenze: calcio storico sconfitto davanti a Batistuta. Azzurri-Bianchi sospesa. Polizia in campo

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Addio Calcio storico, per l’edizione 2017. Almeno così pare. Partita sospesa fra Bianchi e Azzurri perché un calciante azzurro espulso non ha voluto saperne di uscire. Stop al gioco Come nel 2014 (allora fu un verde a impuntarsi), quando il sindaco Nardella decise di non far disputare nemmeno la finale. Cosa che potrebbe ripetersi, nonostante che i Bianchi chiedano l’applicazione del regolamento: ossia che se un calciante non rispetta la regola la sua squadra perde a tavolino. Gli Azzurri, al momento della sospensione, erano in vantaggio per due cacce e mezza a zero. Ecco che cos’è successo: al 19′ un calciante azzurro viene richiamato dall’altoparlante ma non ne vuole sapere. Si chiama Pietro Cappelli, è un lottatore: giura di non aver fatto niente per subìre l’invito a lasciare la piazza. Prima di lui erano stati espulsi altri due azzurri, Marcello Trotta e Giacomo Marcellini, e un bianco, Michele Verginelli.

ARBITRO – Nasce un parapiglia: l’arbitro Lorenzo Salusest prende un calcio a una gamba. Altri due suoi colleghi pare siano colpiti, ma non è chiaro perché da dove siamo messi noi giornalisti, ossia in un angolo remoto vicino alla fontana, a pochi metri dalla tribuna azzurra, non si vede quasi nulla. Partita sospesa. La polizia entra in campo e si schiera in mezzo alle due squadre. «Una mossa preventiva per evitare che la rissa degenerasse, invece così abbiamo riportato la calma», ci spiegherà alla fine il questore, Alberto Intini. Scende in campo anche l’assessore comunale alle tradizioni popolari, Andrea Vannucci. Non si vede, invece, il presidente del Calcio storico, Michele Pierguidi. Dov’è? Vannucci e il maestro di campo, Duccio Baglioni (si dichiara discendente di Malatesta Baglioni, comandante delle milizie, che poi tradì Firenze, durante l’assedio del 1530), parlano con i capitani e con i calcianti. La situazione non si sblocca. La polizia presidia la piazza con i caschi e i manganelli. «Ragazzi non fate sciocchezze», gridano dalle tribune ad alcuni calcianti che si erano avvicinati agli agenti. Ma non ci sono nuove tensioni. Finisce così. Cioè malissimo.

ORECCHIO – Si ritorna ai momenti più bui del Calcio in costume. La polizia in piazza, francamente, non me la ricordavo. Forse non successe nemmeno in Boboli, nel 1982. E ci furono lanci di lacrimogeni nella famigerata finale Bianchi-Azzurri del 1978, quando a un calciante azzurro venne staccato un orecchio da un morso. Ma la guerriglia avvenne nella notte, nel quartiere di Santa Croce, ma fuori dalla piazza. Il morso all’orecchio fu un episodio drammatico, che tornò sui giornale qualche decennio dopo, quando fu Tyson, sul ring, staccò l’orecchio allo sfidante. Brutte pagine. E ora siamo daccapo. Peccato perché i tornei del 2015 e del 2016, duri e combattuti, avevano esaltato il gioco. E rischiano di essere penalizzati i Rossi, vincitori della semifinale con i Verdi, che molto probabilmente non potranno disputare la finale che avevano guadagnato.

CRONACA – Tensioni anche prima della partita. Si viene a sapere, non ufficialmente, che gli Azzurri non vogliono far sfilare la squadra titolare, preferendo mandare nel corteo una formazione di ragazzi e veterani, schierando solo all’ultimo momento lo squadrone titolare. In effetti, il corteo ritarda. Ma in piazza la sfilata è regolare e spettacolare come sempre. Il magnifico messere è il campione olimpico Niccolò Camprinai. Accanti a lui un altro campionissimo: Gabriel Batistuta con la moglie Irina. Ecco, quando compare lui piazza Santa croce, magicamente, si unisce in un unico coro: «Bati, Bati, Batigol». La Fiorentina, anche qui, e forse soprattutto qui, è una fede. Poi si comincia e gli Azzurri vanno in caccia quasi subito (3′) con Sauro Rabassi. I Bianchi accusano il colpo, reagiscono: ma un loro tiro finisce fuori. Mezza caccia per gli azzurri. Che segnano ancora al 10′ con Simone Barni. Partita decisa? No, perché questo è un gioco dove il vantaggio non dà mai la certezza della vittoria, almeno quando mancano 40 minuti alla fine. Scontri duri. E fioccano le espulsioni. Pietro Cappelli non accetta la sua. Cerca di spiegare che no, lui non ha colpito in maniera irregolare. Però si crea un polverone: si vede l’arbitro Lorenzo Salusest a terra con la gamba dolorante. Partita sospesa. Dalla nostra angolazione s’intravede solo qualcosa. Tutti in campo. L’assessore Vannucci fa sapere che le immagini della partita saranno esaminate fotogramma per fotogramma dalla commissione disciplinare. La polizia entra in campo per interporsi fra i calcianti. Non succede nulla, ma la sospensione è un colpo devastante al Calcio storico. Che cosa succederà? E’ possibile che il sindaco annulli il torneo, come nel 2014. Domani, lunedì, giornata di consiglio comunale, fioccheranno le interrogazioni. Ma Firenze, che scrisse una gran bella pagina di storia il 17 febbraio del 1530, oggi, 11 giugno 2017, ne ha saputa scrivere una pessima di cronaca.

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Sandro Bennucci

 

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