Tasse e criterio dell’età: Nannicini corregge la rotta, ma prefigura fisco pesante per gli anziani e leggero per i giovani

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I rumors e qualche intervista ai giornali di qualche tempo fa avevano prefigurato l’intenzione, attribuita all’ex sottosegretario Tommaso Nannicini, esperto di fiducia di Renzi insieme a Filippo Taddei, che il governo si preparasse a diminuire le tasse ai giovani per aggravare quelle dei più anziani. Una sorta di staffetta generazionale del fisco. Propugnata anche da alcuni professori della Luiss che, quanto a ipotesi azzardate, fanno senz’altro concorrenza ai colleghi della Bocconi (tanto per non far nomi Mario Monti e Tito Boeri). Ha attenuato i toni, l’ex sottosegretario, ma la voglia di un fisco a due velocità, più leggero per i giovani e più pesante per gli anziani resta.

STAMPA – Tommaso Nannicini aveva anticipato, in un’intervista a La Stampa del 9 marzo, che al Lingotto avrebbe parlato anche dell’idea di diminuire le tasse ai giovani, pur facendo una mezza retromarcia sugli anziani, ipotizzando una nuova scala di valori volta a favorire le nuove leve, ma senza corrispondenti aggravi per le persone più avanti nell’età. Forse si era reso conto perfino lui che si trattava di una soluzione che cozzava con i più elementari principi della nostra Costituzione. Però prefigura sempre una tassazione diversa non dal punto di vista del reddito, ma di quello anagrafico.

TADDEI – Questa dunque l’affermazione dell’ex sottosegretario al giornale torinese: «È solo uno dei tanti temi di cui discuteremo. Io e Filippo Taddei abbiamo rielaborato una vecchia idea che propone una doppia progressività: oggi le tasse aumentano in base al reddito, ma potrebbero aumentare anche in base all’età anagrafica. Ciò non significa che i più anziani debbano pagare più di quanto non paghino oggi». Sembrava peraltro una contraddizione, se le tasse debbono essere progressive in base anche al criterio dell’età, possibile che non aumentino per i più vecchi? Misteri dell’economia e della politica dei nostri tempi; mala tempora currunt, dicevano gli antichi.

LINGOTTO – L’ex sottosegretario però è stato di parola e oggi, dal palco del Lingotto, nel corso della kermesse renziana, ha affrontato anche temi fiscali, con un accenno alla necessità di dare attenzione ai giovani: «Per ridurre il carico tributario soprattutto per loro, per andare incontro al desiderio di emancipazione, sul lavoro e nella realizzazione dei propri piani di vita. Non si tratta di aumentare le tasse sui meno giovani – ha confermato – ma solo di ridurle di più per i giovani quando ci saranno spazi per una riforma strutturale dell’Irpef’». Ecco fatto: due livelli. Uno, pesante, per i vecchi e uno, più leggero, per i giovani. L’esatto contrario di quanto avviene all’estero, soprattutto in Germania: dove i pensionati hanno tasse giustamente bassissime.

FISCO – Tassare i vecchi, secondo Nannicini, offre un «un fisco più moderno, e una discussione sul fisco che va in Europa inizia a cementare un’Europa politica. Noi in Europa dobbiamo portare i temi dell’inclusione sociale e della lotta all’insicurezza, ma anche quello della fiscalità. Basta un’Europa che parla solo di regoline sul deficit: parliamo anche di competizione fiscale, di lotta ai paradisi fiscali, di armonizzazione della base imponibile sui redditi d’impresa per far sì che la difesa del modello sociale europeo si basi su un fisco armonizzato e comune». Occhio agli anziani e ai pensionati: che costituiscono pur sempre una massa di voti non indifferente, come ha dimostrato il risultato del referendum di dicembre, nel quale le pantere grigie si sono massicciamente schierate per il No, imitate peraltro anche dai più giovani.

 

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