Corte Costituzionale: Paolo Grossi, fiorentino, 83 anni, è il nuovo presidente. I suoi primi commenti per Italicum e Abu Omar

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Il professor Paolo Grossi, storico del diritto, fiorentino, classe 1933, e’ il nuovo Presidente della Corte Costituzionale. Nominato giudice costituzionale dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 17 febbraio del 2009. Per piu’ di 40 anni e’ stato professore dell’Univerista’ di Firenze, citta’ dove si e’ laureato nel 1955.

ACCADEMICO – Da accademico, il professor Grossi ha segnato la storia del diritto italiano con importanti innovazioni, trasformando una disciplina fino ad allora limitata al diritto medievale in uno studio più’ ampio e aperto alla modernità, e cambiando anche il nome stesso della materia con il suo arrivo al Consiglio universitario nazionale. Alla storia del pensiero giuridico moderno, Grossi ha intitolato sin dai primi anni Settanta un centro studi fondando anche i Quaderni Fiorentini attorno ai quali si e’ raccolta un’intera comunita’ scientifica. Grossi ha applicato la propria attivita’ di studioso a un diritto socialmente orientato – si ricordano in particolare i suoi studi sulla proprieta’ collettiva – e analizzato all’interno della dimensione costituzionale. Prima di diventarne giudice, aveva definito la Corte costituzionale «l’organo respiratorio dell’ordinamento, il luogo in cui matura l’elaborazione del concetto di ragionevolezza e in cui si commisura la norma del diritto vivente». Accademico dei Lincei, della Crusca, dei Georgofili e delle Scienze di Torino, ha ricevuto incarichi e riconoscimenti presso numerose istituzioni internazionali a cominciare al Max Planck Institut.

CORTE – Nelle sue prime dichiarazioni ha subito voluto mettere in chiaro un principio: «La Corte Costituzionale non è un organo politico, ma è prevista in Costituzione come organo di garanzia, è un’emanazione della società civile. Noi siamo un ‘tribunale’, siamo giudici – ha detto – non possiamo fare altro e non chiedeteci di fare altro».

TEMI – Poi, a domanda dei giornalisti, si è espresso su due temi di scottante attualità: la sentenza della Corte europea dei diritti umani su Abu Omar, e la decisione del tribunale di Messina di sollevare la questione di costituzionalità dell’Italicum.

ITALICUM – Sull’Italicum «prevedo un tempo ragionevolmente breve per arrivare a qualcosa di definito.Alla Corte – ha aggiunto – non si hanno lunghe attese, oggi non c’è se non un arretrato minimo di un mese un mese e mezzo». Grossi è poi intervenuto, rispondendo ai cronisti, anche sul controllo preventivo sulle leggi elettorali previsto dalla riforma Costituzionale, su cui il suo predecessore, Alessandro Criscuolo, aveva manifestato perplessità: «Quando si parla di istituzioni parlamentari – ha detto – occorre la massima cautela ma mi sento di condividere quello che ha espresso Criscuolo».

STRASBURGO – Quanto al verdetto emesso dalla Corte europea dei diritti dell’uomo sul caso Abu Omar, nel quale non era stata considerata una pronuncia della Corte Costituzionale, ha soggiunto: «Dare una valutazione della sentenza della Corte di Strasburgo sarebbe di pessimo gusto, e’ un organo che ha la sua autonomia. Non do’ giudizi sulla decisione della Corte».

 

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