Pd, Assemblea: il partito precipita verso la scissione. Proclama della minoranza dem

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Dopo il discorso di Matteo Renzi, giudicato dalla sinistra troppo duro, la strada sembra segnata. Si va a grandi passi verso la scissione. L’intervento di Emiliano aveva fatto presagire quasi un’apertura verso il segretario dimessosi, ma in serata, con una dichiarazione congiunta, Emiliano, Rossi e Speranza hanno poi rotto gli indugi: «Anche oggi nei nostri interventi in assemblea – scrivono – c’è stato un ennesimo generoso tentativo unitario. È purtroppo caduto nel nulla. Abbiamo atteso invano un’assunzione delle questioni politiche che erano state poste, non solo da noi, ma anche in altri interventi di esponenti della maggioranza del partito. La replica finale non è neanche stata fatta. È ormai chiaro che è Renzi ad aver scelto la strada della scissione assumendosi così una responsabilità gravissima». Dal canto loro Bersani e D’Alema avevano già fatto sapere chiaramente come la pensavano, rottura completa col rottamatore.

Alla fine della giornata più lunga del Pd, quella in cui Matteo Renzi ha lasciato la segreteria del Partito democratico, il rottamatore aveva annunciato che il congresso «si farà nei tempi statutari». Durante un intervento durato poco più di 40 minuti l’ex presidente del consiglio aveva invitato la minoranza a smetterla con le divisioni («perché fuori da qui ci prendono per matti»), esortandola a non continuare a minacciare la scissione («la sola parola mi fa soffrire») e mette in guardia chi si candiderà a guidare il partito: «Avete il diritto di sconfiggerci, non quello di eliminarci», scandisce rivolgendosi senza citarli a Michele Emiliano, a Roberto Speranza e a Enrico Rossi. «Non potete chiedere a chi si dimette per fare il congresso di non candidarsi perché solo così si evita la scissione. Questa non è una regola del gioco democratico». Il dibattito non ha portato, novità, anzi ha inasprito i toni e allontanato le posizioni . Il presidente del Pd, Matteo Orfini, quindi, chiudendo i lavori dell’assemblea ha indetto il congresso e rivendicato «il lavoro fatto in questi anni». Convocherà la direzione per martedì con all’ordine del giorno la nomina della commissione.

Ma la scissione del Pd sembra ormai cosa fatta, con tutte le conseguenze politiche che questo comporterà.

 

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