LA TOSCANA CRESCE ED HA RITROVATO DINAMISMO. Intervista a ENRICO ROSSI Presidente della Regione Toscana

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Enrico-Rossi

Presidente, abbiamo alle spalle un 2015 nel quale la Toscana, sembra aver reagito meglio di altre regioni  italiane alla grave crisi che da sette anni  ha  colpito il Paese.  Sono  39.000 i nuovi  occupati (+2,5) %).   Se questo dato se lo disaggregriamo vediamo in +4,3% nei servizi, un +9,8% nel Turismo, Commercio, ecc  ed un -3,7% nell’industria.  Vogliamo fare il punto….

Dal punto di vista dell’occupazione, in Toscana nel 2015 tornano ad aumentare gli occupati, mentre la disoccupazione appare sensibilmente in calo come pure la Cassa integrazione.

Il tasso di crescita degli occupati riguarda i servizi, e risulta più accentuato rispetto alla media nazionale. L’occupazione sta raggiungendo i livelli pre-crisi, ma in termini qualitativi, il lavoro perso in questi anni non può essere recuperato.

Il 2015 è un anno complessivamente positivo: la Toscana ha reagito, riscoprendo un certo dinamismo nel settore manifatturiero e nella ricerca e sviluppo.

 Quali sono le sue previsioni per l’anno in corso. Siamo effettivamente usciti dal tunnel ?

Gli indicatori confermano i segnali di ripresa già evidenziati nel corso del 2014. Le analisi ci parlano di una Toscana che ha tenuto meglio e che ha tutte le carte in regola per un rilancio. La nostra regione è fuori dalla crisi e i carboni che covavano sotto la cenere hanno ripreso ad ardere. Ci sono buoni segnali nella vitalità delle imprese, e ci confermiamo leader nell’export alla pari della Germania e dei principali stati esportatori europei. Per la seconda volta, il magazine del Financial Times, ha riconosciuto il nostro primato. Ora dobbiamo concentrarci sull’aumento degli investimenti e sull’integrazione sempre più forte tra quello che viene pensato e quello che viene prodotto in Toscana.

La Toscana più di altre è investita da pesanti turbolenze nel settore bancario, Monte dei Paschi ma anche i caso Etruria sono ancora in primo piano e destano preoccupazioni nelle imprese e nelle famiglie.

 Le banche vendono soprattutto fiducia, che in questo momento è carente sia per la normativa “bail in” sottovalutata dal Parlamento ed anche dalla Banca d’Italia, sia per il modo in cui è stata gestita – ma anche comunicata dai media – la risoluzione della crisi delle 4 banche (CariFerrara, Banca Marche, Popolare dell’Etruria e CariChieti). Come rimediare a tutto questo?

Le parole di Draghi sulla adeguatezza del patrimonio delle banche italiane sono importanti; importantissima sarebbe la garanzia BCE, in aggiunta di quella dei fondi interbancari di garanzia, sui depositi fino a 100.000 euro. Le azioni del governo volte a concedere la garanzia statale sulla cartolarizzazione dei crediti deteriorati (200 miliardi lordi le sofferenze ma 85 miliardi netti considerando i fondi accantonati negli anni dalle banche sulle perdite presunte) e sulla velocizzazione delle procedure esecutive di recupero dei crediti. Ma soprattutto, reintroducendo quell’elemento di fiducia nel sistema che può essere aiutato da una comunicazione più informata e rassicurante verso i cittadini preoccupati.

Le imprese in generale, ma in particolare quelle meno strutturate come le PMI, denunciano su questo piano difficoltà a reperire credito per  accompagnare la ripresa…

Il tema dell’accesso al credito è complesso. Da una parte ci sono regole stringenti; dall’altra la debolezza strutturale delle imprese sottocapitalizzate. Gli strumenti di garanzia pubblici non possono reggere da soli l’impatto di questi limiti strutturali, e rischiano di divenire strumenti a vantaggio delle banche (nel recuperare i crediti) piuttosto che aiutare le imprese. Oppure favoriscono imprese già in grado accedere comunque al credito.

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Le politiche in questo campo della Regione Toscana, almeno nelle nostre categorie, appaiono troppo concentrate sul Micro-Credito e sui  Fondi Rotazione, penalizzando i il ruolo dei Consorzi Fidi  che come si sa sono stati in questa fase, la vera ancora di salvataggio e di sviluppo di  migliaia di imprese.

 Per mesi abbiamo ascoltato la richiesta dell’attenzione alle microimprese, e a questo abbiamo risposto con il microcredito, un prestito a tasso zero fino a 25.000 euro per spese di investimento. Nella fase più acuta della crisi, la Regione ha messo a disposizione del sistema regionale delle garanzie, a cui partecipano anche i Consorzi Fidi, risorse significative. E in questo contesto vi è stata anche una linea a favore dei Confidi. Storicamente la Regione ha sostenuto l’aggregazione e la crescita di alcuni Confidi. Ora è giunto il momento per questi soggetti di fare una scelta di crescita e consolidamento, mediante fusioni ed aggregazioni, utilizzando per quanto possibile le opportunità che la legge di stabilità del 2015 ha messo in campo. Le politiche regionali sono orientate al sostegno del turismo e del commercio. La riforma di Apet, lo sviluppo del turismo e del commercio digitale, le risorse stanziate per la promozione turistica, sono interventi che vanno decisamente in questa direzione.

Il Commercio e il Turismo registrano, come si è visto, dati importanti per la tenuta dei livelli d’occupazione. Non le sembra in Toscana, città d’arte, centri storici minori, turismo balneare, enogastronomia,  solo per fare qualche esempio, dovrebbero  essere più valorizzati  nelle politiche regionali?

Non siamo perfetti, ma un punto sul quale saremo più incisivi con la nuova legge regionale, sarà certamente quello di valorizzare di più la ricchezza che abbiamo a disposizione. In questi anni abbiamo condotto un lavoro importante ed i risultati parlano da soli: nel 2015 abbiamo avuto 12,8 mln di visitatori, 44,4 mln di presenze, numeri che premiano tante lavoratrici e lavoratori. La Toscana è bella ancora, ovunque, e ogni giorno dell’anno. Dobbiamo fare in modo che questo messaggio semplice arrivi in ogni angolo del mondo.

 Sono aperti anche altre problematiche: La trasformazione della centrale elettrica di Torre del Sale a Grosseto, i Gassificatore  a Livorno, ma anche l’idea che dietro i trasferimento  dello Stadio a Novoli  a Firenze si celi una nuova infornata di Outlet, Ipermercati, Alberghi, che  oltre a incidere pesantemente sull’ambiente  darebbero  ulteriori colpi a questi settori. Non ritiene che sul terreno legislativo andrebbe tutelato maggiormente il nostro modello di piccola e media diffusa ?

Per primi abbiamo fatto una legge per limitare la proliferazione della grande distribuzione ed i suoi impatti ambientali, paesaggistici ed economici. La Corte Costituzionale ci ha dato ragione. Noi intendiamo sostenere la piccola e media distribuzione, tutelando il paesaggio ed i legami territoriali, e arginando la concentrazione, favorendo la concorrenza ed una crescita armonica del commercio.

Già che ci siamo le chiediamo a che punto siamo sui nodi infrastrutturali della toscana sui quali da tempo, la Regione svolge un ruolo attivo importante, ci riferiamo alla Due Mari Fano Grosseto, l’Aeroporto a Firenze, alla Firenze Siena, ed all’innesto in città della Firenze Mare?

Sulle grandi opere la Toscana va avanti. Sulla Grosseto-Fano, grazie al finanziamento dei lotti 4 e 9, sarà completato il tratto Grosseto-Siena. La Regione lavora ad un accordo con il Ministero ed Anas per completare al più presto tutto il tratto toscano senza aumentare i costi. Sull’aeroporto di Firenze abbiamo già espresso il proprio parere favorevole e siamo in attesa della conclusione della procedura di valutazione di impatto ambientale nazionale.

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Per il raccordo autostradale Firenze-Siena sono in corso lavori di manutenzione straordinaria per oltre 11 milioni di euro, che si aggiungono ad altri interventi da 12 milioni, appena conclusi. Sono ripresi i lavori del by-pass del Galluzzo, compreso lo svincolo di Certosa/Impruneta (A1). In un anno finiremo i lavori.

Infine per quanto riguarda l’innesto in città della Firenze-Mare, aspettiamo l’esito della VIA da parte del Ministero dell’Ambiente. Contiamo di poter avviare i lavori sempre entro un anno. Il ‘Nodo di Peretola era e resta una priorità.

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