«Per la Santa Candelora se nevica o se plora dell’inverno siamo fora; ma se l’è sole o solicello siamo sempre a mezzo inverno”. È questa la filastrocca che canticchiamo ogni anno il 2 febbraio il giorno – appunto – della Candelora. E che viene dalla notte dei tempi.
Ma qual è il significato di questa antico modo di dire e quali sono le sue origini? In molte culture il giorno della Candelora ha assunto il significato di prevedere la fine dell’inverno. Poiché il 2 febbraio si trova a metà strada tra la stagione fredda e la primavera, nel giorno della Candelora è tradizione prevedere come sarà il tempo nelle settimane a venire. In generale, se il 2 febbraio è giorno di maltempo, vuol dire che l’inverno è già finito.
Il 2 febbraio rappresenta uno spartiacque nel calendario invernale perchè segna l’allungamento delle giornate e il primo timido risveglio della natura. La ‘festa delle candele’, celebrata dai cattolici ma anche dalla Chiesa ortodossa e da diverse chiese protestanti nell’anniversario della Presentazione di Gesù al Tempio, si ispira al simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”.
Anche i riti pagani prevedevano fuochi e falò per la conclusione della fase più dura dell’inverno. La Candelora veniva celebrata gia’ sotto l’imperatore Giustiniano e nel VII secolo Papa Sergio I istituì una processione penitenziale da tenersi il 2 febbraio per la festa che nel calendario tridentino venne chiamata “Purificazione della Beata Vergine Maria”.
Il 3 febbraio la Chiesa celebra San Biagio, protettore del bestiame e delle attività agricole, e le due ricorrenze si fondono nelle celebrazioni. Tra i cristiani è tradizione che i fedeli portino le proprie candele alla chiesa locale per la benedizione. Ma è soprattutto la tradizione popolare a ricordarla con i tanti proverbi. In Messico segna la fine delle festività natalizie (e chi trova il pupazzetto di Gesù nella torta deve organizzare un rinfresco), in Francia è il giorno delle ‘crepes’, in Lussemburgo i bambini fanno volare in cielo le lanterne.
Ernesto Giusti