Lavoro: 847mila occupati in due anni. Meloni: “Non ci fermiamo”. Ma ci sono licenziamenti a Stellantis e in Toscana

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La severa Cgia di Mestre certifica: 847mila i nuovi occupati degli ultimi due anni. 672mila lavoratori dipendenti e 175mila autonomi, segnalando anche il calo dei precari. Nel biennio, infatti, il conto di chi ha un contratto a tempo indeterminato è aumentato di 937mila unità, mentre i lavoratori con un contratto a termine sono diminuiti di 266mila. E’ vero che ci sono centinaia di crisi aziendali. In testa Stellantis, ma anche in Toscana molte piccole e medie imprese sono invitate al tavolo dell’unità di crisi della Regione.

I grandi numeri analizzati dalla Cgia indicano tuttavia che l’incidenza percentuale di lavoratori subordinati che attualmente possiede un contratto di lavoro precario è scesa al 14,4 per cento (-2 punti rispetto a ottobre 2022). Sempre nello stesso periodo, i disoccupati sono diminuiti a 1.473.000 (-496mila) e gli inattivi a 12.538.000 (-198mila).

Dati che fanno di certo piacere alla premier Giorgia Meloni, visto che si tratta dei primi due anni del suo governo, e che infatti le fanno dire che si tratta di numeri “che ci spingono a continuare a lavorare con determinazione per creare ulteriori opportunità e garantire stabilità e crescita economica a tutta la nostra Nazione. L’Italia è sulla strada giusta, ma non ci fermiamo: c’è ancora molto da fare”. Festeggia anche la ministra titolare del dossier, Marina Calderone: “è un incoraggiamento importante” e “si tratta di una conferma significativa della giusta direzione che abbiamo intrapreso con le politiche attive”.

Dai numeri spicca che quasi la metà dei nuovi occupati -420mila – sono donne. In termini assoluti, a ottobre 2024 le occupate hanno raggiunto la soglia dei 10.253.000 unità, mentre le disoccupate sono diminuite a 693mila. Anche l’andamento dei tassi, ovviamente, è stato positivo. Nella fascia di età 15-64 anni, quello di occupazione è salito al 62,5 per cento (+1,9), mentre il tasso di disoccupazione è diminuito al 5,8 per cento (-2 punti). In forte contrazione anche il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) che si è attestato al 17,7 per cento (-5 punti). Ancorché l’Italia denoti il tasso di occupazione femminile più basso d’Europa, in questi ultimi due anni lo stesso si è attestato al 53,6 per cento (+2) e il tasso di disoccupazione è sceso al 6,3 per cento (-2,7).

“In questi primi due anni di governo, i risultati ottenuti in materia di lavoro sono stati certamente positivi, anche se il merito è riconducibile più agli imprenditori che alla politica”, è la riflessione della Cgia. “Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che con una crescita che in questi ultimi due anni è stata molto contenuta, all’aumento dell’occupazione non è corrisposto un incremento altrettanto importante della produttività, almeno nel settore dei servizi e del terziario – continua – Pertanto, gli stipendi degli italiani, che mediamente sono al di sotto della media europea, non crescono adeguatamente e questo rimane un problema che va “aggredito” rinnovando i contratti nazionali alla scadenza e continuando a tagliare strutturalmente il carico fiscale che grava sugli stessi”.

Sandro Bennucci

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