Nella cattedrale di Notre-Dame, il presidente francese Emmanuel Macron è in prima fila, accanto a Donald Trump. Alla destra del presidente eletto americano ci sono la first lady americana, Jill Biden, senza il marito Joe, che ha declinato l’invito. Un po’ più a destra, Volodymyr Zelensky. Sono 40 i Capi di Stato invitati.
Poco prima dell’evento dell’inaugurazione della Cattedrale, rinnovata dopo il devastante incendio dell’aprile 2019, alla quale partecipano anche il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, e la Premier, Giorgia Meloni, c’era stata la riunione a tre fra Emmanuel Macron, Donald Trump e Volodymyr Zelensky.
I tre si sono mostrati ai giornalisti stringendosi la mano fuori dalla presidenza, prima di entrare nelle auto che li avrebbero portati a Notre-Dame. Trump e Zelensky si sono ripetutamente stretti la mano per i fotografi, sorridendo. Il tutto, sotto una forte pioggia che sta bagnando Parigi.
AGGIORNAMENTO DELLE 20,00
“Esprimo la gratitudine della Francia a quanti hanno salvato, aiutato e ricostruito Notre-Dame, che ora è più bella di prima grazie al contributo di tutti”. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron, nel corso della cerimonia per la riapertura della Basilica di Parigi dopo l’incendio del 2109.
“La restituiamo ai fedeli, ai francesi e al mondo intero una cattedrale più bella di prima. Le campane che hanno accompagnato la nostra storia suonano di nuovo. Musica di speranza. Vogliamo continuare la leggenda di questa cattedrale”.
“Notre-Dame ha conosciuto le tenebre, ora ritrova la luce. Ha conosciuto il silenzio, ora ritrova la gioia dei nostri canti”. L’arcivescovo di Parigi, monsignor Ulrich, ha benedetto l’organo in occasione della riapertura della cattedrale di Notre-Dame e lo ha idealmente invitato a svegliarsi. Un’emozione visibile tra gli invitati, mentre le prime note risuonavano, dopo cinque anni di assenza, nella navata della cattedrale che rinasce.
“Organo, strumento sacro, celebra Gesù nostro Signore”, ha cantato monsignor Ulrich. Numerosi sguardi si rivolgono verso gli 8mila tubi dello strumento, che sono stati reinstallati dopo sei mesi di lavoro minuzioso.
AGGIORNAMENTO DELLE 22,45
E’ il trionfo di un lavoro incessante e al limite dell’impossibile di oltre 2000 persone, tra operai e artigiani, realizzato in tempi strettissimi e costato 700 milioni di euro, ma e’ soprattutto la rivincita del presidente Emmanuel Macron che, dopo lo ‘schiaffo’ della sfiducia al premier Barnier, si riappropria della ‘grandeur’ del Paese davanti ai leader mondiali. Circa 40 capi di stato e di governo sono stati infatti invitati a una cerimonia solenne, accolti sul sagrato dell’icona gotica da lui e da Brigitte, fieri del lavoro fatto e di aver, come Macron stesso ha detto in un discorso all’interno della basilica, “restituito la cattedrale ai fedeli, a Parigi, alla Francia e al mondo intero”.
Un’occasione che ha permesso al capo dell’Eliseo di mostrare a tutti le sue doti diplomatiche chiamando al tavolo, insieme a lui e al presidente eletto americano Donald Trump, anche il leader ucraino Volodymyr Zelensky. Un ‘coup de theatre’, per dirla alla francese, che si e’ rivelato un successo per il presidente francese. Zelensky si era detto “pronto” a un trilaterale Macron-Trump, ma il presidente americano ha dato il suo consenso “solo poche ore prima” del suo arrivo all’Eliseo.
I media d’Oltralpe hanno subito parlato dello “spirito di Notre-Dame” che potrebbe facilitare incontri diplomatici cruciali ai massimi livelli, e che forse potrebbe aprire la via a una soluzione per Kiev. Zelensky si è detto “soddisfatto” del meeting e ha parlato di incontro “positivo e produttivo”. Trump, prima di vedere Macron, aveva utilizzato l’ironia nel dire che “Il mondo sta impazzendo, ne parleremo”.
Nel momento clou della cerimonia l’entrata in scena del presidente francese all’interno della basilica è stata accolta da applausi. “Con la ricostruzione di Notre-Dame abbiamo riscoperto quello che le grandi nazioni potevano fare: realizzare l’impossibile” ha detto ai presenti evocando la dimensione spirituale e trascendentale del luogo: “Signore, questa sera Notre-Dame le viene restituita. Evviva Notre-Dame. Evviva la Repubblica. Evviva la Francia!”.
Ernesto Giusti