Israele, per Netanyahu niente tregua: “Fino al rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas”. Katz a Roma: incontro con Tajani

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Si sono ritirate da Gaza, le truppe israeliane. Solo la Brigata Nahal rimarrà nell’area come forza stazionaria, per impedire ai palestinesi sfollati di ritornare a nord dell’enclave. Ma non ci sarà nessun cessate il fuoco. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha subito infranto le speranze di chi vedeva nel ritiro un passo verso una tregua.

"Ho detto chiaramente alla comunità internazionale – ha affermato il premier – che non ci sarà nessun cessate il fuoco senza la restituzione degli ostaggi. Siamo determinati a porre fine alla guerra con una vittoria completa, a restituire tutti i nostri rapiti, a completare l’eliminazione di Hamas nell’intera Striscia, compresa Rafah, e a garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia".

La Casa Bianca ha fatto sapere tramite il suo portavoce John Kirby di ritenere che il ritiro parziale "sia in realtà solo un momento di riposo e di rifornimento per queste truppe che sono state sul terreno per quattro mesi", escludendo che possa essere il segnale "di una nuova operazione in arrivo".Ulteriori sviluppi potrebbero arrivare dal vertice al Cairo, in Egitto, a cui partecipa anche una delegazione israeliana composta dal capo del Mossad, Dadi Barnea, dal capo dello Shin Bet, Ronan Bar, e dal maggiore generale Nitzan Alon, responsabile della squadra d’intelligence.

Fonti egiziane hanno riferito che sul tavolo c’è la possibilità di un cessate il fuoco temporaneo a Gaza durante la festività di 3 giorni dell’Eid al-Fitr, che segna la fine del mese di Ramadan e che inizierà martedì. Dall’Iran sono nel frattempo arrivate nuove minacce di ritorsioni per la morte di sette guardie rivoluzionarie in un raid aereo che lunedì scorso ha colpito la sede consolare di Teheran a Damasco, in Siria.

"Le ambasciate del regime sionista non sono più sicure", ha affermato il Generale Yahya Rahim Safavi, consigliere anziano di Ali Khamenei. "Siamo pronti per una risposta a qualsiasi scenario contro l’Iran", ha ribattuto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant.

A Roma è intanto arrivato in visita il ministro degli Esteri dello Stato ebraico, Israel Katz. In attesa di essere ricevuto domani in Vaticano dal Papa con alcuni parenti degli ostaggi ancora detenuti a Gaza, Katz ha incontrato alla Farnesina il ministro degli Esteri, Antonio Tajani e ha partecipato alla riunione operativa sull’iniziativa italiana ‘Food for Gaza’.

Tajani si è detto "soddisfatto" per le garanzie ottenute dall’omologo sul sostegno israeliano al progetto, definito "un modello. È stato compiuto un importante passo in avanti, perché con il sostegno del governo israeliano potremo più facilmente far arrivare i beni alimentari alla popolazione civile in un momento particolarmente difficile", ha aggiunto il vicepremier che ha ribadito a Katz la contrarietà dell’Italia a una possibile operazione militare a Rafah.

Ernesto Giusti

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