E’ scomparso ormai da giorni, a Dubai, l’imprenditore e manager Samuele Landi, 59 anni, di Arezzo, che dopo il crac della sua azienda Eutelia (telefonia), nel 2010, si trasferì negli Emirati stabilendosi con la famiglia e dove per la giustizia italiana risulta latitante.
Secondo quanto riferito da La Nazione, Landi è sparito da alcuni giorni a seguito di una mareggiata che ha travolto e spazzato via la chiatta su cui l’imprenditore aretino viveva per sperimentare un progetto avveniristico di abitazioni galleggianti, off-shore, ancorate in mare aperto. Ci sono state vittime.
Secondo il quotidiano fiorentino, due morti sono accertati, ma altri due cadaveri da identificare. Si teme, appunto, che uno possa essere lui. In queste ore è scattato il test comparativo del Dna con un figlio dell’imprenditore disperso e i cadaveri senza nome recuperati alle autorità emiratine. Intanto, il consolato generale di Dubai, secondo quanto si apprende, sta seguendo con attenzione la vicenda della scomparsa dell’aretino Samuele Landi al largo delle coste dell’emirato.
La sede diplomatica italiana è in contatto con la famiglia del connazionale che ha segnalato il naufragio. Negli ultimi mesi Samuele Landi viveva su un’isola artificiale, posizionata in acque internazionali al largo della Penisola arabica. Progetto sperimentale, aveva lui stesso spiegato, per una migliore qualità della vita lontano dall’inquinamento delle città e anche dalle imposizioni di governi attenti a incassare tasse che "ingrassano gli apparati statali".
Paracadutista, campione italiano di enduro negli anni ’80, cinque partecipazioni alla Parigi-Dakar, Samuele Landi da amministratore delegato di Eutelia sviluppò l’azienda aretina di famiglia portandola fino ai vertici della telefonia di cui divenne per qualche tempo uno dei player nazionali di vertice.
Poi arrivò il crac da 100 milioni di euro e l’inchiesta per bancarotta fraudolenta per cui c’è stata condanna definitiva in Cassazione nel 2019 con condanna per lui a 8 anni e condanne anche per altri. Landi venne raggiunto da un mandato di arresto nel 2010, ma era già a Dubai e non è più rientrato in Italia.