Lavoro: nuovo taglio del cuneo fiscale e benefit senza tasse fino a 3mila euro. Scontro Meloni-sindacati anche sul Concertone

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Ecco la bozza del decreto lavoro, che Giorgia Meloni ha illustrato ieri sera ai sindacati (Cgil, Cisl e Uil) durante un incontro burrascoso. Ma dal quale la premier ha tratto la netta volontà di andare avanti con le misure messe sul tavolo: dal taglio del cuneo fiscale e contributivo, che aumenterà di quattro punti arrivando fino a sette per chi guadagna fino a 25mila euro; al tetto per la detassazione dei fringe benefit dei lavoratori dipendenti con figli a carico che sale a 3.000 euro. Burrasca con i sindacati: Maurizio Landini (Cgil) ha definito il provvedimento addirittura come "un atto di arroganza e offensivo". Pronta la replica di Giorgia Meloni: "Le parole di Landini sono incomprensibili. Se pensa davvero che sia diseducativo lavorare il primo maggio, allora il concertone la triplice dovrebbe organizzarlo in un altro giorno". Poi durante il confronto parole più concilianti: "Non è una mancanza di rispetto un Cdm il primo maggio per tagliare il costo del lavoro. È un segnale e mi sarei aspettata un ‘bravi’. Era un modo per dire ‘ci siamo e ci siamo tutti’, una mano tesa, un tentativo di dialogare e di lavorare insieme, perché sul taglio del cuneo fiscale credo che siamo d’accordo".

REDDITO ADDIO – Confermata la definitiva scomparsa del Reddito di cittadinanza dal prossimo anno e l’arrivo dal prossimo anno dell’Assegno di inclusione per una spesa complessiva calcolata in 5,4 miliardi di euro nel 2024. Mentre il cosiddetto Strumento di attivazione al lavoro, che partirà dal prossimo primo settembre, costerà 276 milioni nel quest’anno e 2,1 miliardi il prossimo. "Un bel modo di celebrare il primo maggio", ha commentato la premier, soddisfatta in particolare per la riforma del Reddito di cittadinanza "per distinguere chi è in grado di lavorare da chi non lo è".

MELONI – "La priorità del governo – ha detto rivolta ai leader sindacali – è alleggerire la pressione fiscale sul costo del lavoro. Abbiamo approvato il Def, che ha liberato risorse che abbiamo dedicato completamente a taglio del cuneo fiscale. Avevamo già dato un segnale con la legge di bilancio, mantenendo i due punti di taglio già decisi dal precedente governo per i salari sotto i 35.000 euro e aggiungendo un ulteriore punto". Meloni ha quindi esortato "un dialogo serio, costruttivo, sia sul lavoro ma anche su Pnrr, RepowerEU, correzioni su come spendere le risorse, politica salariale e conseguente lotta all’inflazione. Tutte riforme che affronteremo nelle prossime settimane".

SINDACATI – Dai sindacati, però, sono state ribadite le critiche a un provvedimento accusato di aumentare la precarietà del lavoro e di colpire uno strumento di lotta alla povertà come il Reddito di cittadinanza. "Il Reddito di cittadinanza va rimodulato nella parte che riguarda le politiche attive del lavoro", ha affermato Bombardieri, spiegando che "come in tutta Europa dobbiamo mantenere un livello di sostegno per chi ha bisogno. I poveri sono raddoppiati, le diseguaglianze aumentano". Anche per il leader della Cisl, Luigi Sbarra, "il governo deve cambiare impostazione" attraverso "un confronto serio". Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, sottolinea invece come le imprese spingano per una maggiore flessibilità che spiani la strada alle assunzioni.

LA BOZZA NEL DETTAGLIO – Il taglio del cuneo fiscale e contributivo per cinque mesi salirà di altri quattro punti. Lo prevede l’ultima bozza del decreto lavoro.

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All’articolo 34 si stabilisce come per i periodi di paga dal 1 luglio 2023 al 30 novembre 2023, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima, la misura dell’esonero è elevata da due punti a sei punti percentuali per i redditi fino a 35mila euro e a sette punti per i redditi fino a 25mila euro.

Per il nuovo strumento dell‘assegno di inclusione il governo prevede l’autorizzazione di una spesa complessiva di oltre 5,4 miliardi di euro nel 2024 e oltre 5,6 miliardi di euro nel 2025 e 2026. E’ quanto emerge dall’ultima bozza del decreto lavoro.

Per la prosecuzione del Reddito di cittadinanza si prevede una spesa di 384 milioni quest’anno, mentre per lo Strumento di attivazione al lavoro, che entrerà in vigore il primo settembre, è prevista una spesa di 276 milioni nel 2023 e di 2,1 miliardi nel 2024, spesa che poi scende negli anni successivi.

Il tetto dei fringe benefit detassati per i lavoratori dipendenti con figli a carico sale a 3mila euro. "Limitatamente al periodo d’imposta 2023 – si afferma – non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di euro 3.000".

Sandro Bennucci

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