Sarebbe in arrivo la terza rata di 19 miliardi del Pnrr. Nel governo c’e’ ottimismo. Si lavora a sciogliere gli ultimi nodi sul tavolo, resta aperta soprattutto la questione degli stadi di Firenze e Venezia con Bruxelles che esprime giudizio negativo. L’exit stretegy dell’esecutivo potrebbe essere quella di trasferire i progetti su quelli legati al fondo complementare.
E il Franchi? Ecco che si scopre quanto inutile, e dannoso, sia stato il gran dibattito, con soprintendente e intellettuali (o presunti tali) tesi a salvaguardare un impianto che cade a pezzi, sostenendo che "il mondo ci guarda" o altre amenità. Alla resa dei conti, vediamo che nè l’Unione Europea, nè – a quanto pare – il governo italiano mettano in cima alle priorità la salvaguardia del Franchi. Dario Nardella rischia di restare con il Cerino in mano. Così come la Fiorentina e i tifosi viola: che ora non sanno proprio dove si potrà giocare.
Ma andiamo avanti. Mercoledì 26 aprile, dopo in "ponte", il ministro per gli Affari Ue, Fitto, che ha la delega del Pnrr farà un’informativa alla Camera. "All’indomani dell’approvazione definitiva del Decreto Pnrr, continua il lavoro del governo in vista della positiva conclusione delle verifiche di tutti gli obiettivi raggiunti al 31 dicembre 2022 da parte della Commissione europea e al perfezionamento di richiesta della terza rata del Pnrr e di quelli in scadenza al 30 giugno 2023", ha fatto sapere palazzo Chigi.
Intanto Fitto ha fatto il punto con il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Salvini, con il ministro dell’Interno Piantedosi, con quello dell’Istruzione Valditara e con il responsabile dell’Economia Giorgetti. I ministri hanno preso atto delle osservazioni fornite dalla Commissione Ue in ordine all’ammissibilita’ di alcune tipologie di interventi. L’obiettivo dell’incontro è stato "la definizione di modalità e termini per adottare le opportune iniziative per completare positivamente la fase di verifica".
Benissimo: e allora? Il tempo stringe e i 55 milioni per il Franchi attesi dall’Europa sembrano definitivamente volati via. Ce li mette il governo? Italia Viva di Renzi si oppone. Ma come si procede? Nardella, che si è assunto la grande responsabilità della ristrutturazione dello stadio con soldi pubblici, andrà con il cappello in mano da Giorgia Meloni? In ogni caso il tempo stringe e i lavori rischiano di slittare all’infinito.
Sandro Bennucci