Migranti, Meloni: “Nessun allarme da Frontex”. E annuncia il prossimo Cdm a Cutro

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"Non è serio pensare che il governo non abbia voluto salvare le vite dei migranti morti nelle acque davanti a Cutro", quasi sbotta, Giorgia Meloni, alla fine della missione negli Emirati Arabi. Le notizie, e le accuse, dall’Italia, non le ritiene giuste. Soprattutto non accetta di vedersi dipinta come una che scappa dalle responsabilità.

Così spieche che "la situazione è semplice nella sua drammaticità: non ci sono arrivate indicazioni di emergenza da Frontex". Polemiche "surreali", aggiunge, poco dopo aver letto, ad Abu Dhabi, i punti principali della lettera del sindaco del paese calabrese, che ha denunciato la mancanza del governo, invitandola a recarsi su quella spiaggia a piangere le vittime, "se non da premier come mamma".

Giorgia Meloni andrà a Cutro. E ci porterà tutto il governo. Spiegando di aver valutato di celebrare il prossimo Consiglio dei ministri proprio in quel pezzetto di Calabria, centrandolo sul tema dell’immigrazione.

Ma andiamo per ordine. Dagli sforzi diplomatici per la pace in Ucraina agli accordi sull’energia, il bilaterale organizzato per ricucire con gli Emirati Arabi Uniti è andato "bene, oltre le aspettative". Tanto che il presidente emiratino – fatto inusuale, dicono ad Abu Dhabi – ha guidato il suo suv con l’ospite straniera al fianco fino al ristorante, dove il banchetto ufficiale è durato due ore e mezza. Anche in questi dettagli, gongolano nella delegazione italiana, si legge il rilancio delle relazioni fra i due Paesi, secondo obiettivo di un viaggio che ha portato Meloni prima in India. Tre giorni in cui un paio di volte è stato ipotizzato un punto stampa, poi convocato a fine missione, destinato a ricadere anche sulla politica interna.

Dalle nomine ai rapporti nella maggioranza (Meloni e Berlusconi si sono sentiti più volte nelle ultime settimane, assicurano fonti di governo), non mancano i temi: ma l’unico, impossibile da non affrontare, è il più caldo, il drammatico naufragio, con annessi nodi sulle responsabilità e polemiche. "Buon pomeriggio, il vostro premier muto è qui per rispondere alle vostre domande", l’esordio della presidente del Consiglio che, quando arriva la domanda sul tema, cambia tono.

"Queste persone non erano nella condizione di essere salvate da qualcuno che non ha voluto salvarle: mi chiedo se qualcuno, in coscienza, ritenga che il governo volutamente abbia fatto morire oltre 60 migranti, fra cui qualche bambino", dice, assicurando che "non siamo stati avvertiti del fatto che l’imbarcazione rischiava il naufragio. La rotta, inoltre, non è coperta dalle organizzazioni non governative e nulla dunque hanno a che fare con le politiche del governo. Se qualcuno sa qualcosa di diverso è bene che ce lo dica".

La premier denuncia chi attacca "esagerando per colpire l’avversario", anche perché "da quando siamo al governo abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare per salvare vite umane, quando eravamo consapevoli che c’era un problema". Così liquida la richiesta di dimissioni di Piantedosi, reiterata dalle opposizioni, perché "ogni giorno le chiedono di un ministro diverso, non fa notizia". E definisce "surreali", le ricostruzioni secondo cui lei "scappa, non va a Cutro, sparisce, si disinteressa". Il governo, sottolinea, "è andato il giorno stesso della tragedia, con il ministro dell’Interno, e poi è andato il presidente della Repubblica, che rappresenta tutte le istituzioni. A meno che qualcuno non ritenga che sia in competizione con il governo".

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Ora, aggiunge, "il modo migliore per onorare quelle vittime è impedire che accada ancora, questo è il compito del governo". E questo sarà il tema del prossimo Consiglio dei ministri da convocare nel comune di 9mila anime affacciato sullo Jonio. È presto, spiegano nel governo, per dire quale provvedimento verrà varato nell’occasione. Ci si lavora da domani. Ma l’obiettivo dell’esecutivo non cambia: "Fermare i flussi illegali e la vergognosa e cinica tratta degli scafisti". Modalità per favorire i flussi legali sono state affrontate anche con gli Emirati, un partner che l’Italia considera strategico pure in Tunisia e Libia. Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani con gli emiratini hanno insistito perché sostengano economicamente la Tunisia, in attesa del prestito da un miliardo di dollari del Fondo monetario internazionale. Roma, dal canto suo, garantisce 100 milioni di euro. Nel frattempo a Cutro, nel corso della giornata, il mare ha restituito i corpi di altri due bimbi: "Uno strazio – scrive la premier sui social – che mi colpisce nel profondo".

Ernesto Giusti

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