Migranti, Meloni: “Basta spola con gli scafisti. Alt all’immigrazione illegale e alla tratta di esseri umani”

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Su pescherecci e barchini, nelle ultime ventiquattro ore 822 migranti sono sbarcati sulle coste siciliane. Altri 85 invece arriveranno nelle prossime ore al porto di Taranto a bordo della Geo Barents di Medici Senza Frontiere ed è proprio su quest’ultimo sbarco che si accendono i riflettori con l’incognita delle sanzioni: la nave è la prima prima di una Ong ad aver operato un salvataggio dopo l’approvazione del cosiddetto decreto sulle Organizzazioni non governative, adesso in vigore, che stabilisce un nuovo codice di condotta sulle attività di salvataggio in mare da parte di queste ultime.

Sul provvedimento è tornata in queste ore la premier, Giorgia Meloni, che su Instagram scrive: “è finita l’Italia che si accanisce con chi rispetta le regole e fa finta di non vedere chi le viola sistematicamente”. Il diritto internazionale – ha commentato la presidente del Consiglio – “non prevede che ci sia qualcuno che può fare il traghetto nel Mediterraneo o in qualsiasi altro mare e fare la spola per trasferire gente da una nazione all’altra”.

Le norme “vogliono circoscrivere il salvataggio dei migranti a quello che è previsto dal diritto internazionale con alcune regole abbastanza semplici: se tu ti imbatti in una imbarcazione e salvi delle persone le devi portare al sicuro, quindi non le tieni a bordo continuando a fare altri salvataggi multipli finché la nave non è piena” che non è “salvataggio fortuito di naufraghi”.

In secondo luogo, ci deve essere “coerenza tra le attività che alcune navi svolgono nel Mediterraneo e quello per cui sono registrate: navi commerciali che si mettono a fare la spola per il salvataggio dei migranti è una cosa che stride abbastanza”.

Poi servono “screening di chi è a bordo, informazioni chiare sui meccanismi di salvataggio, regole per impedire che nel raccogliere queste persone a bordo non si metta a repentaglio la sicurezza dell’imbarcazione cui ci si avvicina. Regole stringenti che ci consentono di rispettare il diritto internazionale”.

Se non vengono rispettate “non c’è autorizzazione a entrare in acque internazionali, e se si viola quell’autorizzazione si procede con fermo amministrativo dell’imbarcazione la prima volta per due mesi, la seconda con sequestro ai fini della confisca. Lo facciamo anche per rispettare i migranti perché qualcuno se sta rischiando la vita ha diritto a essere salvato ma cosa diversa è farsi utilizzare dalla tratta degli esseri umani del terzo millennio e continuare a far fare miliardi di euro a degli scafisti senza scrupoli”.

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