Fusione nucleare: verso energia pulita e illimitata. L’annuncio Usa può cambiare il mondo. Addio al potere del petrolio

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Ricordo non poche illusioni sulla fusione nucleare. Ma, questa volta, l’annuncio degli Usa sembra davvero un canto trionfale: la fusione sarebbe avvenuta grazie alla produzione, per la prima volta nella storia, di una reazione che genera più energia di quella necessaria per innescarla. Con la tecnica laser, e non con quella a confinamento magnetico su cui invece ha preferito investire l’Unione Europea. Si tratterebbe di un passo rivoluzionario verso un’energia illimitata, pulita e a basso costo, che in un solo colpo potrebbe consentire di ridurre l’inquinamento, frenare il cambiamento climatico, garantire lo sviluppo dei Paesi più poveri. E mutare i rapporti di forza nella mappa geopolitica, ridimensionando il potere di Paesi la cui economia dipende in gran parte dall’export di combustibili fossili, come la Russia e i Paesi del Golfo.

STORICO RISULTATO – Lo storico risultato scientifico, che vede gli Stati Uniti vincere la corsa planetaria verso questo traguardo, verrà presentato ufficialmente martedì 13 dicembre 2022 in una conferenza stampa dalla segretaria del dipartimento americano dell’Energia, Jennifer Granholm. Ma è già stato anticipato da alcuni media, suscitando un vasto, anche se cauto, entusiasmo in tutto il mondo. Qualcuno lo ha già definito il ‘Santo Graal’ dell’energia senza emissioni di carbonio che gli scienziati hanno inseguito e sognato sin dagli anni’50, quando si studiò come amplificare la potenza di un ordigno atomico arrivando alla bomba H.

PRIMATO USA – La svolta conferma inoltre il primato degli Usa nella ricerca scientifica e nell’innovazione tecnologica, grazie anche ad investimenti pubblici e privati senza pari nel mondo, compreso il maxi pacchetto di aiuti per la green economy della recente legge anti inflazione varata dall’amministrazione Biden. "C’è un grande orgoglio che questo sia avvenuto negli Stati Uniti", ha ammesso David Edelman, alto dirigente della Tae, una grossa società privata per l’energia da fusione. Certo, ci vorrà tempo per arrivare all’uso commerciale dell’energia da fusione nucleare, 10 anni o forse decenni, come avvisano gli esperti, che già si chiedono se non sarà troppo tardi per invertire il climate change.

STRADA SEGNATA – Ma la strada sembra segnata e nel frattempo, ammoniscono gli ambientalisti, non bisogna abbandonare le rinnovabili, anche se hanno il limite dell’impatto ambientale e della loro intermittenza. "Per gran parte di noi, è solo questione di tempo", ha assicurato al Washington Post uno degli scienziati della National Ignition Facility della ‘Lawrence Livermore National Laboratory’ in California, dove è stata fatta la scoperta. A differenza dell’energia da fissione nucleare, quella prodotta nelle centrali atomiche con la pericolosa scissione di un nucleo pesante in due più leggeri e il problema delle scorie, quella da fusione riproduce il processo che avviene nelle stelle e nel Sole, con la combinazione senza rischi di due nuclei leggeri in un nucleo pesante.

IDROGENO – Come combustibile si usa l’idrogeno, praticamente inesauribile. Si avvicinano due nuclei fino a farli fondere tra loro a densità e temperature altissime (milioni di gradi Celsius) per superare la repulsione elettromagnetica. In questo modo si trasforma l’energia della reazione in elettricità che può alimentare case, uffici, aziende senza emettere carbonio nell’aria o produrre scorie radioattive da smaltire nell’ambiente. Per decenni gli scienziati hanno sperimentato reazioni da fusione ma finora avevano consumato più energia di quella ottenuta. Nel laboratorio in California è stato usato con successo uno dei più grandi laser al mondo.

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FASCI LASER – L’energia prodotta, circa 25 megajoule, è stata generata grazie a 192 fasci laser che in qualche miliardesimo di secondo hanno colpito la parte interna di un piccolo cilindro contenente due elementi chiave (il deuterio e il trizio), come hanno spiegato l’esperto di fusione nucleare Stefano Atzeni, dell’Università Sapienza di Roma, e Fabrizio Consoli, responsabile del laser per la fusione Abc dell’Enea. Gli ostacoli in futuro non mancano, a partire dai costi giganteschi e dalle difficoltà tecniche per ricreare la reazione su larga scala e per mettere a punto macchinari (finora inesistenti) capaci di trasformarla a costi sostenibili in elettricità da mettere in rete. Ponendo fine a una forma di schiavitù energetica che, finora, ha fatto pochi ricchi e tanti poveri.

Sandro Bennucci

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