Giustizia: Nordio striglia i pm su intercettazioni e indagini. Carriere separate. Esulta Forza Italia. Pd e M5S preoccupati

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Ha parlato in commissione, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio: annunciando una revisione delle intercettazioni, ma soprattutto ha "strigliato" i pm. Ha detto testualmente: "Proporremo una profonda revisione della disciplina delle intercettazioni e vigileremo in modo rigoroso su ogni diffusione che sia arbitraria e impropria". Polemiche? Scattate subito. Ha protestato il consigbliere del Csm, Nino Di Matteo. Preoccupati Pd e M5S. Soddisfatti Giorgia Meloni e Forza Italia.

Ma il ministro è andato avanti. Insistendo subito sugli interventi che hanno un impatto diretto sull’economia del Paese, compresa la "revisione dei reati che intimidiscono gli amministratori senza tutelare i cittadini", a partire dall’abuso d’ufficio ("su 5400 procedimenti aperti nel 2021 le condanne sono state solo una ventina") e dal traffico di influenze illecito. E in un secondo momento, in nome del garantismo, le riforme destinate a incidere "più radicalmente" sul sistema giustizia, da realizzare anche con modifiche alla Costituzione: l’adeguamento alla Carta fondamentale del Codice penale Rocco, "espressione dell’ideologia fascista" , e la "attuazione piena" del Codice di procedura Vassalli , che richiederà interventi "ancora più incisivi su obbligatorietà dell’ azione penale, ruolo del pm, separazione delle carriere, Csm e reclutamento e valutazione dei magistrati".

Ma le sue parole hanno avuto subito il suono di un duro atto di accusa nei confronti dei pubblici ministeri. La presunzione di innocenza, principio cardine del nostro ordinamento, "continua a essere vulnerata in molti modi", ha attaccato Nordio, puntando l’indice contro "l’uso eccessivo e strumentale delle intercettazioni, la loro oculata selezione con la diffusione pilotata" ma anche contro l’azione penale ormai "diventata arbitraria e quasi capricciosa".

Nel mirino del ministro è entrato pure l’uso della custodia cautelare "come strumento di pressione investigativa" e "lo snaturamento" dell’avviso di garanzia diventato "condanna mediatica anticipata e persino strumento di estromissione degli avversari politici". Sulle intercettazioni il ministro prepara una "profonda revisione": sono troppe ( di "gran lunga più della media europea") e la loro diffusione è uno "strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica".

Non solo: costano tanto, "200 milioni all’anno", e spesso sono "assolutamente inutili", ha sottolineato il ministro, promettendo la linea dura su "ogni diffusione che sia arbitraria e impropria". Quanto alla custodia cautelare, "confligge con la presunzione di innocenza", e per questo "non può essere demandata al vaglio di un giudice singolo", ha affermato il ministro, che pensa di assegnare la competenza a un organo collegiale.

Nordio è andato giù duro anche sull’obbligatorietà dell’azione penale: si è trasformata in "un intollerabile arbitrio" . Il pm "può trovare spunti per indagare nei confronti di tutti senza dover rispondere a nessuno". Anche per questo è arrivato il momento di una "vera" separazione delle carriere, necessaria perchè il pm "svolge un ruolo completamente diverso dal giudice e quindi non ha senso che stia nello stesso ordine". Il ministro pensa anche a una revisione dell’accesso in magistratura, delle nomine dei capi degli uffici giudiziari da parte del Csm e soprattutto intende affidare i giudizi disciplinari a una Corte terza , individuata con criteri oggettivi, perchè non è possibile lasciare l’attuale situazione dove chi giudica è eletto "con criteri di appartenenza correntizia da quegli stessi magistrati che vengono poi giudicati".

Un programma che prevede anche interventi per le carceri (compreso l’impegno a limitare i tagli previsti dalla manovra) e il pieno rispetto delle scadenze previste dal Pnrr per la giustizia, che la maggioranza sottoscrive, a partire dalla premier Giorgia Meloni, la quale definisce "importante" la riforma della giustizia. "Bene il ministro Nordio, avanti con la separazione delle carriere", ha commentato il vicepremier Matteo Salvini.

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Esultanza in Forza Italia, deluso invece il Pd e preoccupati i 5S che, con Roberto Scarpinato, temono un depotenziamento della risposta alla corruzione. Apprezzamenti da Azione e Italia Viva, ma Matteo Renzi ha affermato di voler attendere Nordio alla prova dei fatti. Con la separazione delle carriere il pm finirebbe "sotto il controllo politico del ministro", ha protestato l’Anm che con il consigliere del Csm, Nino Di Matteo, ha chiesto di non depotenziare le intercettazioni.

Ernesto Giusti

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