ISOLA DEL GIGLIO – L’uccisione dei mufloni del Giglio non è solo vietata dalla legge sulla protezione della fauna ma configura un reato penale. L’ufficio legale di Enpa ha inviato una diffida alla Regione Toscana e all’Atc (Ambito territoriale di caccia) di Grosseto sud, con la quale si intima di sospendere immediatamente l’uccisione dei 37 mufloni che ancora vivono sull’Isola del Giglio.
"Se l’amministrazione regionale e l’Atc non dovessero ottemperare a quanto previsto dalla diffida – spiega una nota – l’associazione denuncerà nelle opportune sedi giudiziarie non soltanto gli autori materiali delle uccisioni, che si tratti di cacciatori, selecontrollori o di altri operatori privati, ma anche quei dirigenti dell’amministrazione regionale che continuano ad avallare una delibera di eradicazione che, oltre a violare il diritto alla vita di ogni animale, risulta priva di fondamento scientifico".
Per l’Enpa, l’autorevole studio intitolato "Le isole come capsule temporali per la conservazione della diversità genetica: Il caso del muflone dell’Isola del Giglio", pubblicato sulla rivista Diversity rimarca infatti che gli esemplari dell’isola hanno un patrimonio genetico unico che, con l’eradicazione, andrebbe perduto per sempre.
"Alla luce di queste importanti evidenze – aggiunge l’Enpa -, riteniamo doveroso che sia applicato il principio di precauzione, pilastro delle politiche protezionistiche, come peraltro più volte ribadito dalla stessa la letteratura giuridica. Nel caso specifico l’uccisione dei mufloni del Giglio non è solo vietata dalla legge sulla protezione della fauna ma configura un reato penale, poiché come è scritto nella già citata ricerca essi hanno conservato una parte del Dna ancestrale del muflone sardo e rappresentano un’istantanea del pool autoctono sardo al momento della traslocazione".
Ernesto Giusti