Fondo sovrano europeo: un nuovo strumento finanziario per sostenere l’industria Ue

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Annunciato da Ursula von der Leyen durante il suo discorso sullo Stato dell’Unione, questo nuovo strumento avrà il compito di assicurare che il futuro dell’industria sia ‘made in Europe’. Insieme alla proposta di una legge europea sulle materie prime critiche, l’European Sovereignty Fund dovrebbe contribuire a rafforzare la competitività del mercato unico, puntando sull’autonomia strategica dell’Unione europea.

Come sarà il Fondo sovrano europeo?

In base alle prime indicazioni del commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, il nuovo Fondo dovrebbe porsi in continuità con altre iniziative adottate dall’Unione per ridurre la dipendenza da altri paesi – come la Russia (fronte combustibili fossili) e la Cina (lato materie prime critiche) – e sostenere la duplice transizione verde e digitale.

Pensiamo all’European Chips Act, al piano REPowerEU, alle alleanze industriali per l’idrogeno, le batterie e le materie prime. Si tratta di misure accomunate da un unico scopo: assicurare all’UE la propria autonomia strategica insieme agli strumenti necessari per affrontare le sfide globali, dall’efficienza energetica al cambiamento climatico.

In questo contesto, si inserisce l’European Sovereignty Fund – di prossima costituzione – che dovrà avere adeguate risorse finanziarie per sostenere progetti strategici nei diversi comparti dell’industria europea.

Secondo Breton, “questo fondo potrebbe essere utilizzato per affrontare le dipendenze critiche e/o per integrare progetti industriali specifici – sostenuti tramite gli importanti progetti di interesse comune europeo (IPCEI) – per accelerarne l’attuazione e migliorare l’autonomia europea”.

Inoltre, il Fondo sovrano europeo “dovrebbe svolgere un ruolo importante nel preservare l’integrità del mercato unico attraverso la collettivizzazione degli investimenti, pur mantenendo condizioni di parità tra gli Stati membri che non dispongono dello stesso margine di bilancio per contribuire alla riduzione dei rischi degli investimenti nelle tecnologie future e nelle capacità di produzione industriale”.

Infine, il commissario ritiene che “dovremmo considerare la possibilità di finanziare questo Fondo attraverso il debito comune, come abbiamo fatto con successo con NextGeneration EU”.

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