“Ombre russe” sulla crisi del governo Draghi? Tensione nella Lega. Gabrielli e Urso (Copasir) smentiscono. “La Stampa” conferma

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ROMA – La notizia pubblicata oggi, 28 luglio 2022, da "La Stampa", giornale diretto da Massimo Giannini, sull’ipotesi di una pressione della Russia sulla Lega di Salvini per far cadere il governo Draghi, è seccamente smentita dal sottosegretario Franco Gabrielli e dall’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica. Che scrive testualmente: "Le notizie apparse sul quotidiano La Stampa, circa l’attribuzione all’intelligence nazionale di asserite interlocuzioni tra l’Avvocato Capuano e rappresentanti dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, per far cadere il Governo Draghi, sono prive di ogni fondamento come già riferito al Copasir, in occasione di analoghi articoli, apparsi nei mesi scorsi".

Il presidente del Copasir, Adolfo Urso, aggiunge: "Il sottosegretario Gabrielli ha già chiarito con una dichiarazione che non lascia adito a dubbi. Il Comitato si è occupato di questa vicenda in tempi non sospetti ottenendo informazioni e rassicurazioni dall’autorità di governo e dall’intelligence. Credo che la dichiarazione di Gabrielli sia sufficiente a evitare che il Copasir sia usato per campagne elettorali. Noi siamo un’istituzione e dobbiamo garantire anche questo".

Ma il giornale diretto da Gianni conferma: "La Stampa conferma che i documenti visionati dal nostro giornale sono una sintesi informale del lavoro d’intelligence sulla vicenda, comunicati ai competenti livelli istituzionali".

Non tarda anche la precisazione dell’ambasciata russa in Italia che non commenta quanto pubblicato oggi da La Stampa su un presunto colloquio tra un funzionario della sede diplomatica e un emissario di Matteo Salvini. "L’ambasciata non ha nulla da aggiungere a quello che è già stato detto in giugno", riferisce una fonte. In giugno l’ambasciata aveva reso noto di avere "assistito Salvini e le persone che lo accompagnavano nell’acquisto dei biglietti aerei" per il suo viaggio a Mosca, previsto per il 29 maggio e poi cancellato. L’ambasciata aveva aggiunto che la cifra era stata restituita da Salvini e che il rimborso sarebbe avvenuto anche se il viaggio ci fosse stato.

LA NOTIZIA DE LA STAMPA– "Mosca era interessata alle vicende del governo italiano e alla sua possibile destabilizzazione". Lo scrive oggi La Stampa, in un articolo firmato da Jacopo Iacoboni richiamato in prima pagina, in cui viene proposto un retroscena che riguarda i contatti avuti dal consigliere per i rapporti internazionali del leader della Lega Salvini, Antonio Capuano, con Oleg Kostyukov, ‘importante funzionario dell’ambasciata russa’ in Italia.

La Stampa riporta stralci di documenti dell’intelligence, con i colloqui tra il consigliere del Carroccio e il funzionario di Mosca, due mesi prima della caduta del governo, nel periodo in cui Lega e Movimento Cinque Stelle si schieravano contro un nuovo invio di armi all’Ucraina. ‘Il diplomatico, facendo trasparire il possibile interesse russo a destabilizzare gli equilibri del governo italiano con questa operazione – scrive La Stampa citando fonti dell’intelligence – avrebbe chiesto se i ministri della Lega fossero intenzionati a rassegnare le dimissioni dal governo’. Il quotidiano torinese afferma che Kostyukov è l’uomo che comprò i biglietti della missione, poi saltata, di Matteo Salvini a Mosca e ricostruisce le fasi di quei rapporti, osservando che le conversazioni tra Capuano e Kostyukov sulla situazione del governo italiano avvengono tra il 27 e il 28 maggio, mentre il giorno prima, il 26 il presidente del Consiglio Mario Draghi tenta di sbloccare la crisi del grano parlando al telefono con Putin.

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LA REPLICA DELLA LEGA – Salvini, intervenendo a Radio 24, ha commentato: "Ombre russe sulla crisi di governo? Fesserie. Io ho lavorato e lavoro per la pace e per cercare di fermare questa maledetta guerra. Figurati se vado a parlare di ministri e viceministri, mi sembra la solita fantasia su cui c’é Putin, c’è il fascismo, il razzismo, il nazismo, il sovranismo. Non penso che Putin stia dietro al termovalorizzatore di Roma".

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