Grano: Mosca e Kiev firmano l’accordo in Turchia. Draghi: “Spero sia il primo passo per la pace”

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ISTANBUL – Niente strette di mano fra ucraini e russi, ma un accordo, raggiunto fra loro con la mediazione turca, di rilevanza mondiale. E, a suo modo, storica. Il ministro della Difesa di Mosca, Serghei Shoigu, e il ministro delle Infrastrutture di Kiev, Oleksandr Kubrakov, hanno firmato separatamente a Istanbul l’accordo che sblocca l’esportazione di 25 milioni di tonnellate di grano ferme da mesi in Ucraina.

ODESSA – Sono Odessa, Chernomorsk e Yuzhny i porti sotto il controllo di Kiev da cui partiranno le navi che si muoveranno in corridoi sicuri, come ha spiegato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres che era presente oggi alla cerimonia di Istanbul nel sontuoso palazzo Dolmabahce insieme al presidente turco Recep Tayyip Erdogan. "E’ una giornata storica – ha esultato il Sultano -. Siamo fieri del nostro ruolo svolto in questa iniziativa che ha risolto la crisi alimentare mondiale. L’accordo di oggi riguarda tutte le nazioni del mondo, dall’Africa all’Asia, ed evita l’incubo della fame globale. Speriamo che riapra anche uno spiraglio per la pace". Il leader turco ha affermato che il traffico di navi nel Mar Nero "inizierà nei prossimi giorni", ma secondo indiscrezioni si dovranno attendere ancora 10 giorni o due settimane affinché il livello del traffico commerciale possa tornare ai livelli precedenti all’invasione russa in Ucraina

ERDOGAN – "La messa in pratica e la supervisione di questo piano dall’altissima importanza sarà portato avanti da un centro di coordinamento congiunto da istituire a Istanbul", ha spiegato ancora Erdogan. Secondo la versione dell’accordo firmata dall’Ucraina, e diffusa dal vice capo dell’ufficio presidenziale di Kiev Andrii Sybiha, il piano resterà valido 120 giorni e potrà essere rinnovato se necessario mentre il centro di coordinamento da istituire a Istanbul sarà composto da rappresentanti di Russia, Ucraina, Turchia e Onu che formeranno anche squadre per ispezionare le navi – in aree designate da Ankara – assicurandosi che non trasportino carichi non autorizzati, punto su cui Mosca aveva fatto pressioni nei giorni scorsi chiedendo che le imbarcazioni non spostassero armi. "Le parti non condurranno attacchi contro navi mercantili, navi civili e i porti coinvolti da questa iniziativa", si legge nel testo, secondo cui mezzi militari non potranno neanche avvicinarsi alle navi commerciali in transito nei corridoi.

DRAGHI – Se sarà necessario uno sminamento di zone marittime interessate dal passaggio, le parti si accorderanno per l’utilizzo di navi dragamine di altri Paesi. "Auspichiamo che questi accordi rappresentino un primo passo verso concrete prospettive di pace, in termini che siano accettabili per l’Ucraina", ha commentato il premier Mario Draghi, definendo l’intesa di oggi "un’ottima notizia per tutta la comunità internazionale" e lodando "l’iniziativa di mediazione della Turchia con il ruolo centrale delle Nazioni Unite". Sulla stessa linea il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che vede nel processo di Istanbul "l’apertura di un corridoio di dialogo, non solo di un corridoio per il grano".

BOMBE – Salutata anche da Guterres come un "faro di speranza", l’intesa di oggi non si lega però ad accordi per il cessate il fuoco tra i due fronti, se non nelle zone dei porti menzionati nel testo. Gli ultimi tentativi per arrivare a colloqui di pace si erano tenuti in un incontro tra delegazioni di Mosca e Kiev proprio nello stesso palazzo di Istanbul dove oggi è stato firmato il piano, ma il negoziato si era concluso con un nulla di fatto e da allora sono passati già 4 mesi di guerra. E anche oggi i bombardamenti in Ucraina non si sono fermati. Il ministero della Difesa di Kiev ha parlato di attacchi russi in più parti del Paese con l’intensificarsi dei combattimenti nelle regioni di Mykolaiv e Kherson, non lontano dal porto di Odessa nel sud del Paese, mentre si sono registrati sporadici colpi di artiglieria nel nord a Chernihiv e Sumy.

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Sandro Bennucci

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