Draghi: serve un patto sociale per andare avanti, ma il governo con gli ultimatum non lavora

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“Serve un nuovo patto sociale per contrastare l’inflazione che aggrava le diseguaglianze”. Mario Draghi, dopo il colloquio con Mattarella e l’incontro, giudicato positivo, con i sindacati rilancia sulla necessità di “un accordo con sindacati e imprese per combattere le conseguenze della guerra in Ucraina e far fronte alle incertezze del futuro”, illustrando un vero e proprio manifesto programmatico dell’attività del governo.
“E’ necessario mettere in campo misure strutturali per incrementare i salari netti, bisogna ridurre il carico fiscale a partire dai redditi più bassi. Prenderemo misure per tutelare il potere d’acquisto delle famiglie e delle imprese. Bisogna evitare che si inneschi una spirale di aumento prezzi-salari. E’ stata approvata in Europa la direttiva sul salario minimo, il governo intende muoversi in questa direzione”.

Su quello che potrà accadere in vista del voto di giovedì al Senato sul dl Aiuti, con i Cinquestelle (domani ci sarà un Consiglio nazionale e in serata una riunione convocata dall’ex premier Conte con i senatori) che minacciano di smarcarsi (“O dentro o fuori”, l’aut aut di Di Maio), Draghi non si scompone: “Io ho già detto che per me non c’è un governo senza M5S né c’è un governo Draghi”. Non si sbilancia sull’eventualità che l’esecutivo in mancanza di un appoggio pentastellato venga rinviato alle Camere per verificare se ci sia la fiducia dei partiti che hanno sottoscritto il patto di unità nazionale: “Bisogna chiedere a Mattarella”.

Il presidente del Consiglio si rivolge infine ai partiti che sono in fibrillazione nella maggioranza: “Il governo con gli ultimatum non lavora, a quel punto perde il suo senso di esistere, se si ha la sensazione che è una sofferenza straordinaria stare in questo governo, che si ha fatica, bisogna essere chiari”. Alla domanda dei giornalisti se si riferisse alla posizione della Lega, Draghi ha risposto di aver fatto un “esempio, poi ci metta il nome che vuole sull’esempio”.

Il premier invia altri messaggi alle forze politiche: “Noi non abbiamo mai usato l’evasione fiscale come possibilità di entrata”. E uno all’Europa: “Continuiamo a porre il problema in Consiglio Europeo di avere una capacità fiscale comune”. Il Capo dell’esecutivo ha incontrato anche il segretario dem Letta che ha poi convocato una riunione per domani alla quale parteciperanno sia i deputati che i senatori. Le forze politiche, e Draghi in primis, si preparano al voto di giovedì in Senato.

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