84° Maggio Musicale Fiorentino: debutta «Acis et Galatée» di Lulli, mai rappresentata in Italia

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Da lunedì 4 luglio alle 20 all’Auditorium del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino va in scena l’ultima opera dell’ 84º Festival del Maggio Musicale Fiorentino: Acis et Galatée di Giovanni Battista Lulli, mai rappresentata a Firenze e nemmeno in Italia; alla guida del Coro e dell’Orchestra del Maggio, inusualmente alle prese con strumenti originali (integrata con elementi dell’Ensemble Modo Antiquo), il maestro Federico Maria Sardelli; nel cast, Jean François Lombard nel ruolo di Acis, Elena Harsányi nel ruolo di Galatée, Luigi De Donato come Polyphème, Sebastien Monti come Apollon, Télème, Le Prêtre de Junon, Guido Loconsolo è Neptune, Mark van Arsdale come Comus e Tircis, Valeria La Grotta nel ruolo di Diane, Deuxième Naïade, Scylla, Francesca Lombardi Mazzulli come L’Abondance, Aminte, Première Naïade; inoltre Francesca Longari (Une Dryade) e Davide Piva (Un Sylvain; la regia è di Benjamin Lazar, le scene di Adeline Caron, i costumi di Alain Blanchot, le luci di Christophe Naillet e le coreografie di Gudrun Skamletz. Previste repliche mercoledì 6 e lunedì 11 luglio alle 20 e sabato 9 alle 18; grazie alla Fondazione CR Firenze, i biglietti di ogni settore per la recita dell’11 luglio sono vendita con uno sconto del 50%.

Giovan Battista Lulli, dopo decenni dedicati alla tragédie lyrique, genere da lui stesso inaugurato, nel 1686 concluse la lunga carriera teatrale con Acis et Galatée, opera su libretto di Jean Galbert de Campistron: una pastorale-héroïque, un genere intermedio che combinava sulla scena personaggi divini e mortali, nobili e pastori; l’opera fu commissionata dal duca di Vendôme per omaggiare il Delfino di Francia ospite nel castello di Anet. ll libretto è ispirato alla leggenda di Aci e Galatea descritta nel libro XIII delle Metamorfosi di Ovidio: il bel pastore Aci ama, ricambiato, la ninfa delle acque Galatea, ma anche il mostruoso ciclope Polifemo ama la ninfa e, respinto, una volta che li vede baciarsi, non appena la ninfa si rituffa in mare uccide Aci, schiacciandolo sotto una roccia. Per intervento del dio Nettuno, Aci sarà riportato in vita e trasformato in un fiume, che sfocia nel punto in cui incontrava la ninfa quand’era un pastore. Pur cimentandosi con un genere minore, che si articola in soli tre atti rispetto ai canonici cinque delle tragédies lyriques e prevede un numero inferiore di numeri musicali, Lully non rinuncia al tono aulico che caratterizza tutta la sua produzione maggiore. L’opera ebbe gran successo, entrando nella storia del teatro musicale francese, ma non aveva ancora trovato chi la rappresentasse in Italia: un vero titolo da festival, dunque.

Spiega Federico Maria Sardelli: «Gian Battista Lulli lo chiamo col nome italiano e non per un fatto di campanilismo o nazionalismo, ma perché Lulli ha vissuto i primi 14 anni della sua vita a Firenze e Firenze, e l’Italia in generale, si è dimenticata di questo suo figlio. Oggi, con questa produzione, torna in patria in maniera piuttosto sontuosa, una maniera finalmente degna di tutto quello che ci ha lasciato. In Francia viene eseguito stabilmente, il Paese dove del resto ha trovato la sua fortuna e ha creato la musica francese barocca. Ma anche noi italiani dobbiamo ricordarci di questo gigante. Altrimenti abbiamo un buco. Noi abbiamo Monteverdi nella prima metà del 600 e nella seconda metà c’è questo portento che è stato Gian Battista Lulli. Facendo un paragone, sarebbe quasi come dimenticarsi di Gianlorenzo Bernini. Dal punto di vista musicale questa musica ha bisogno di essere eseguita con un codice complicatissimo di abbellimenti, di notine, c’è tutta una tabella di abbellimenti che Lulli ha impresso nella sua tabella musicale, come fossero tantissime spezie con cui la sua musica viene condita; si scrive in una maniera, ma si legge in un’altra. È questo il problema della musica francese: ha bisogno di essere decodificata. Tutto questo lavoro  lo abbiamo fatto insieme in questi giorni di prova sia con i cantanti che con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino». L’evento attuale non sarà una meteora: verrà creato a settembre un Istituto Gianbattista Lulli a Palazzo Vecchio, nella Sala dei Gigli, la sala che meglio identifica questo connubio tra Firenze e la Francia; a novembre, per il 390esimo compleanno di Lulli, ci sarà il primo evento, con concerto sicuramente e forse giornata di studi; il capitolo dei primi 14 anni di Lulli è ancora da scrivere con esattezza. Gli archivi fiorentini conservano documenti che aiuteranno a tracciare il suo profilo biografico.

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L’opera viene rappresentata in due parti con un intervallo.

Auditorium “Zubin Mehta” del Teatro del Maggio (piazzale Vittorio Gui)

Lunedì 4 luglio 2022, ore 20

Mercoledì 6 luglio, ore 20

Sabato 9 luglio, ore 18

Lunedì 11 luglio, ore 20

Prezzi: Settore D: 30€  – Settore C: 60€  – Settore B: 100€  – Settore A: 160€; biglietti in vendita in biglietteria, nei punti Box Office e sul sito del Maggio senza sovrapprezzo

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