Zelensky ha discusso con i Grandi del G7 le prospettive dell’Ucraina. Si teme l’arrivo del Generale Inverno

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I leader del G7 hanno assicurato a Zelensky che staranno dalla parte dell’Ucraina “per tutto il tempo necessario”. Le forniranno sostegno “finanziario, umanitario, militare e diplomatico” per aiutarla a porre fine alla guerra, a difendere la sua “integrità territoriale e la sua sovranità” e a determinare il proprio “futuro”, e, per la prima volta, hanno discusso tutti insieme col presidente ucraino, collegato con lo Schloss Elmau, sulle Alpi bavaresi, sul futuro del Paese.

A differenza di quanto è accaduto in precedenza, osserva un alto funzionario Ue, questa volta Zelensky ha discusso con i leader, anziché fare un monologo. A quanto ha spiegato il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake la discussione tra i leader e Zelensky è stata “dettagliata e sensibile”, una vera “conversazione sulla strategia”. Stando a quanto hanno riferito Sullivan e fonti dell’Eliseo, il presidente ucraino intende “accorciare” la guerra, anche perché vede con preoccupazione l’arrivo dell’inverno, che potrebbe “congelarla” e farla durare ancora a lungo. E un conflitto “a bassa intensità” non è nell’interesse del popolo ucraino.
Il presidente ucraino avrebbe espresso “preoccupazione” per l’arrivo dell’inverno, un fattore meteorologico decisivo da quelle parti, come hanno imparato a spese dei propri soldati Francia, Germania e Italia. Durante la discussione, conferma un alto funzionario Ue, “è stato sollevato” il tema di “porre fine alla guerra prima di dicembre”, quando le temperature cadranno a picco. Il problema è la “fattibilità” di una prospettiva simile. “Entrambe le parti – spiega l’alto funzionario – stanno tentando di trovarsi nella migliore posizione possibile” prima di dicembre, quando le trattative tra Mosca e Kiev dovrebbero essere favorite dall’arrivo del Generale Inverno.

Secondo fonti francesi, il presidente ucraino ha chiesto ai Sette aiuto per ricacciare i russi “al di là delle linee di febbraio”, prima dell’invasione in grande stile, quando parte del Donbass era controllato dai filorussi e la Crimea era già stata annessa dalla Federazione Russa. Tuttavia, Zelensky ha detto che spetta a Kiev decidere “quando” avviare un negoziato con Mosca.

Il ragionamento fra Zelensky e i leader europei è stato indirizzato giustamente mettendo da parte le velleità di Biden e di Stoltenberg, che non conoscono evidentemente né la storia né la realtà dell’Europa, I capi di Stato e di Governo della Ue, e anche Zelensky, temono inoltre che in settembre-ottobre i cittadini europei sentiranno sempre di più i morsi dell’inflazione galoppante e potrebbero iniziare a pensare che la guerra in Ucraina sta durando da troppo tempo. Se accadesse, sarebbe un problema per i leader politici, perché in democrazia il consenso popolare conta molto, e contano anche gli spostamenti nell’opinione pubblica.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato che la Russia “non deve vincere” la guerra, perché “se l’Ucraina perde, tutte le democrazie perdono. Se l’Ucraina perde, sarà più difficile sostenere che la democrazia è un modello di governo efficace”. Ma ormai è rimasto isolato in Europa a sostenere le posizioni di Biden. Né Ursula von der Leyen né Charles Michel hanno parlato di una “vittoria” dell’Ucraina contro la Russia, come avevano fatto in passato, facendo retromarcia di fronte alle prospettive concrete presentate da Zelensky. E perfino il bellicoso Stoltenberg, segretario Nato, che aveva preannunciato una guerra lunga e difficile, sta riflettendo sul fatto che la Russia resta, come lui stesso l’ha definita, una “potenza militare formidabile”.

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Tutti fattori questi che, sottolineati da Zelensky al consesso dei Grandi, consiglierebbero una posizione più prudente e una ricerca della soluzione concordata del conflitto, con l’assenso dell’Ucraina, di cui vanno salvaguardati i diritti essenziali. Resta da vedere cosa ne penserà Putin; le condizioni illustrate da Zelensky ai grandi potrebbero essere una base di discussione accettabile anche dalla Russia.
Dunque, grazie al buon senso del presidente ucraino (ma probabilmente più dei suoi consiglieri), al quale forse sono risuonate in mente le parole di Papa Francesco, si potrebbe presto avviare un discorso per porre fine alla guerra e cercare tregua e pace.

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