Dopo anni di sottovalutazione del fenomeno e di sbarchi incontrollati in Italia di clandestini, Lamorgese finalmente si accorge che la situazione diventa insostenibile, ma per lei l’unico rimedio non sono il controllo maggiore delle nostre coste, con l’intervento dell’agenzia europea, ma la solidarietà della Ue, che gli Stati membri hanno dimostrato di non voler approvare.
In un’intervista a Repubblica la ministra spiega che il “governo è al lavoro per varare il prossimo decreto flussi che dovrà tenere conto delle crescenti esigenze di vari comparti economici”. E alla vigilia del vertice di Venezia dei ministri dell’Interno dei Paesi del Mediterraneo, la responsabile del Viminale sollecita una risposta solidale europea, come e’ stato fatto per i profughi ucraini, perché la guerra non può che aumentare le criticità.
La ministra rileva già un “andamento in crescita degli sbarchi ad aprile e a maggio lungo le rotte del Mediterraneo centrale e orientale. Senza una risposta solidale, che va certamente coniugata con altre misure anche in materia di responsabilità, non credo che per l’Unione europea sia possibile governare un fenomeno complesso e strutturale come quello migratorio”, afferma la ministra, ricordando come “la decisione storica” sulla direttiva per la protezione temporanea dei profughi in fuga dalla guerra risponda proprio all’idea di “un’Europa solidale che l’Italia e gli altri Paesi mediterranei invocano da sempre e che in questa circostanza è stata condivisa dai Paesi del gruppo di Visegrad”.