Giovanni Spadolini: 50 anni fa divenne senatore. Inventò il ministero dei beni culturali. Il ricordo a Roma. Ga ffe di Franceschini

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ROMA – Cinquant’anni fa, Giovanni Spadolini divenne senatore. L’anniversario è stato giustamente ricordato con un evento nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani. L’iniziativa, patrocinata dal Senato della Repubblica e promossa dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia -impegnata nella conservazione della memoria e del patrimonio culturale e artistico del Senatore fiorentino-, ha visto la partecipazione di oltre cento persone. A porgere al pubblico i saluti istituzionali è stata il Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. E anche Frail ministro Dario Franceschini che lo ha ricordato come professore universitario, ma non come giornalista. Tanto per rinfrescare la memoria al ministro: Spadolini diresse Il Resto del Carlino e il Corriere della Sera. Oppure essere stato giornalistam, ai suoi occhi, è un demerito?

“Dalla sua prima elezione a Palazzo Madama, cinquant’anni fa, Spadolini e il Senato sono diventati un binomio inscindibile -sono state le parole della Presidente Casellati-. Come Presidente del Senato riteneva dovere del Parlamento continuare a rappresentare un punto di riferimento saldo e autorevole, capace di ricostruire il patto incrinato tra i cittadini e le istituzioni, con uno sforzo reale di comprensione delle emergenze in essere".

E ancora: "Difese con forza la centralità del Parlamento persuaso che il lavoro delle Camere non fosse mai inutile, neppure quando sembravano più facili o politicamente più redditizie le scorciatoie dell’Esecutivo o, all’estremo opposto, le tecniche plebiscitarie”.

Poi gli interventi di Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia; Andrea Manzella, Presidente CESP, Università Luiss; Gaetano Quagliariello, Presidente Magna Carta; Stefano Folli, Presidente dell’Associazione Amici Fondazione Spadolini e del Ministro della Cultura, Dario Franceschi. Che ha ricordato la nascita del Ministero della Cultura, voluto dall’allora presidente del Consiglio Aldo Moro (nel 1974), il quale incaricò di fondarlo Giovanni Spadolini: “Due personalità diverse tra loro ma accomunate da un profondo spessore intellettuale e di cultura molto vasta”.

“L’elezione in Senato, cinquant’anni fa -ha detto Cosimo Ceccuti- fu per Spadolini una scelta di vita. Lasciava l’insegnamento universitario (e soprattutto la direzione di giornali come Il Resto del Carlino e il Corriere della sera, ministro sei smemorato? ndr), pur continuando la ricerca storica, per intraprendere l’attività politica militante. Scuola e Università, ripresa economica, collocazione internazionale dell’Italia, rispetto della legalità e questione morale furono oggetto del suo impegno quotidiano. Come Presidente del Senato rivendicò il primato del Parlamento, avviò significative riforme istituzionali e regolamentari per un migliore funzionamento dei lavori dell’Assemblea, assicurò il rispetto delle minoranze: al suo amore per i libri si deve l’acquisizione del Palazzo della Minerva quale sede della Biblioteca del Senato che oggi porta il suo nome”.

Sandro Bennucci

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