Firenze: tassista morì dopo due anni di coma. Condannati due giovani. La figlia: “Primo passo giusto”

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FIRENZE, – Sono stati condannati in rito abbreviato, a 3 anni e 1 mese di reclusione due giovani, 23enni all’epoca dei fatti, accusati di omicidio preterintenzionale per aver colpito nel luglio del 2017, con pugni alla testa, un tassista, Gino Ghirelli di 69 anni, provocandogli lesioni per le quali l’uomo morì dopo essere rimasto in coma due anni.

Il loro difensore, avvocato Vittorio Sgromo, aveva chiesto per entrambi l’assoluzione "perché il fatto non costituisce reato", sostenendo che avessero agito per legittima difesa. Il pubblico ministero Alessandro Piscitelli aveva chiesto al gup Federico Zampaoli 6 anni e 8 mesi. Il gup, Federico Zampaoli, ha riconosciuto ai due giovani le attenuante generiche e quella di aver agito in risposta a una provocazione. Il difensore dei giovani, avvocato Vittorio Sgromo ha annunciato l’intenzione di presentare appello contro la sentenza.

Prima della morte del tassista Ghirelli, i due giovani erano stati assolti in primo grado dall’accusa di lezioni gravissime, ritenendo che avessero agito per legittima difesa. Dopo la morte del tassista, il processo di appello è stato interrotto e gli atti inviati in procura, non essendo più valida l’accusa iniziale. Presente oggi al palazzo di giustizia anche la figlia del tassista, Sonia Ghirelli. "Finalmente – ha scritto la donna sul suo profilo Facebook – un primo passo nella giusta direzione".

Ernesto Giusti

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