Firenze, Nardella: «Pessina dice solo no». Preoccupato per il Pnrr. Intervengano i ministri

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Il no del soprintendente Pessina alla proroga di 45 giorni per la Ruota panoramica, alta 45 metri, montata per le feste alla Fortezza da Basso è l’ennesimo motivo di scontro con la città. Dopo lo stadio e le pensiline per la tramvia. Pessina è il «signor no» che frena e nega. Una storia che non piace al sindaco, Dario Nardella, che signorilmente ha sempre accettato ogni decisione. Ma stavolta è lui a dire no. Dice infatti che non trova giusti tutti quei veti da una persona non eletta ma nominata. Che però ha il potere di bloccare, o comunque rendere più dificile, lo sviluppo di una grande città

«Non è la prima volta – spiega Nardella ai cronisti – che arrivano dei no difficili da capire come quello sulle pensiline delle tramvie, per me assolutamente inspiegabile. Ho deciso di parlarne sia col ministro della Cultura che col ministro d lle Infrastrutture perché se un sovrintendente ti blocca un’opera pubblica o arriva a condizionarla al punto da impedirti di mettere delle pensiline ad una tramvia, che sarebbe una cosa ovvia, allora si possono creare dei problemi seri per l’attuazione dei progetti finanziati dal Pnrr».

Ancora Nardella, preoccupato anche per le opere previste dal Pnrr: «Qui dobbiamo deciderci, vogliamo tenere le città bloccate in naftalina, sotto le teche, dove non si può fare niente, non si può cambiare nulla, non si può mettere una ruota panoramica, non si può mettere una pensilina, oppure vogliamo che le città si trasformino. Le città chi le deve governare, i sindaci eletti dai cittadini o altre persone che non rispondono ai cittadini e rispondono a sé stessi?».

Non è la prima volta, e il cronista lo ricorda bene, che un soprintendente si mette di traverso alle aspettative di Palazzo Vecchio. Il cronista ricorda la vicenda della ripavimentazione di piazza della Signoria, più o meno 35 anni fa, quando venne ipotizzato di lastricare la più bella piazza medievale del mondo con lastre di vetro perchè si vedessero i resti della lavanderia romana che c’è sotto. Alla fine prevalse il buon senso di una signora siciliana, in quel tempo ministro dei beni culturali, Vincenza Bono Parrino, che ridette alle cose il loro giusto equilibrio. E piazza della Signoria non venne snaturata. Stavolta, ha ragione Nardella, bisogna che il governo e i ministri competenti diano a Firenze la certezza di poter programmare il suo sviluppo senza l’incubo di dover cadere nei veti del «signor no».

Sandro Bennucci

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