Quirinale: il nodo Berlusconi complica la trattativa. Ma Salvini evoca un governo con dentro tutti i leader

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C’è un sondaggio di Swg che indicherebbe Draghi come il più gradito per il Quirinale tra gli elettori di destra (58%, contro il 39% di Berlusconi e il 37% di Elisabetta Casellati). C’è chi racconta le perplessità dell’area moderata di Fi, da cui gli arriverebbe il consiglio di ritirarsi e fare il kingmaker dell’elezione di un altro candidato. Ma più di un parlamentare di centrosinistra racconta di essere stato chiamato nelle ultime settimane dal Cavaliere o da uno dei suoi, in un giro di consultazioni a tappeto. Salvini non si sbilancia: «Aspetto che Berlusconi sciolga le riserve». E Giorgia Meloni afferma: «Abbiamo la golden share, dobbiamo giocarcela fino alla fine». Ma Letta non ci sta: «Il centrodestra non ha il pallino, serve un accordo largo». La segreteria Pd, aggiornata dopo un ricordo di Sassoli, ribadisce che il Pd lavora a un presidente di larga maggioranza e al prosieguo della legislatura, senza elezioni anticipate. Giuseppe Conte, che ha visto Letta e dovrebbe tornare a incontrarlo con Speranza, convoca per mercoledì sera i gruppi parlamentari M5s, che continuano a invocare il Mattarella bis. L’auspicio della rielezione del capo dello Stato resta ben presente, ma in alternativa a Draghi si fanno anche i nomi di Giuliano Amato (in salita), Pier Ferdinando Casini (di nuovo positivo al Covid), ma anche di Elisabetta Casellati.

DRAGHI – Allora che cosa succederà? Matteo Salvini evoca per la prima volta un rimpasto di governo dopo l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Con l’ingresso dei leader. Lui compreso. Nel pomeriggio ha un breve scambio di battute in Senato con Mario Draghi poi in tv, a una domanda sul governo, risponde sparigliando le carte, con impatto anche sulla partita per il Quirinale e ribadisce l’auspicio che a Palazzo Chigi resti Draghi, per la preoccupazione che la sua uscita crei confusione.L’incastro con l’esecutivo è il vero nodo di un’eventuale elezione di Draghi al Quirinale. Con il passare dei giorni, anche chi sostiene questa ipotesi si sarebbe convinto dell’impossibilità di proseguire con un altro premier tecnico, mentre si starebbero sondando ipotesi politiche, magari proprio con i leader in squadra. Salvini, frenano dalla Lega, ha solo detto che nell’ultimo anno di legislatura, con sfide cruciali per il Paese, i leader vadano ancor più coinvolti e responsabilizzati.

BERLUSCONI – Ma i toni sembrano meno ultimativi di quelli con cui lunedì Silvio Berlusconi annunciava l’uscita di Fi dalla maggioranza in caso di elezione del premier al Colle. Le parole del leader leghista lasciano intravedere i ragionamenti già in corso, sotto traccia, tra i partiti proprio sul governo. E Draghi? Sulla partita del Colle resta in silenzio. Nel commemorare David Sassoli sottolinea la centralità del Parlamento, in particolare in momenti di crisi. Parla di Europa, ma chi lo ascolta lo intende anche con un messaggio in chiave nazionale (anche ai grandi elettori). Il presidente del Consiglio incrocia per caso Salvini all’uscita dal Senato e si ferma a parlare con lui per pochi minuti: si sono dati appuntamento a breve per discutere del caro bollette, spiega la Lega. Salvini sa però che un voto per il Colle con una maggioranza diversa da quella che sostiene il governo rischia di travolgere lo stesso Draghi. E rilancia il tavolo con tutti i leader, chiedendo agli avversari di togliere veti sui candidati di centrodestra, ben sapendo però che il veto c’è già, su Berlusconi.

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SALVINI – Slitta intanto a sabato la direzione Pd sul Quirinale (per la camera ardente di David Sassoli, spiegano fonti ufficiali) e, a ricasco, potrebbe slittare alla prossima settimana il vertice del centrodestra, anche se il leader della Lega parla di un incontro con Meloni e Berlusconi in settimana. Il Cavaliere arriva a Roma per tenere le fila della campagna per la sua candidatura, ribattezzata ‘operazione scoiattolo’: in serata da Villa Grande, dove riceve i capigruppo di Fi per fare un punto, trapela ottimismo sulle possibilità di raggiungere il traguardo della maggioranza assoluta. A margine delle sedute di Camera e Senato filtra invece lo scetticismo degli stessi parlamentari di centrodestra sulle chance di elezione del Cavaliere. Viene notato. Ma la mossa di Salvini resta sul tavolo: un governissimo con i leader di partito sembra un’idea un po’ folle, viste le diversità politiche e personali. Ma intanto se ne discute.

Sandro Bennucci

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