Papa Francesco: in Grecia parla solo di migranti e clima, e critica la Ue

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Migranti e clima temi dominanti nell’intervento di Papa Francesco, arrivato in Grecia, secondo Paese visitato in questo suo 35/o viaggio internazionale. L’aereo del Pontefice, proveniente da Cipro, è atterrato all’aeroporto internazionale di Atene, dove Francesco viene accolto dal ministro degli Esteri, Nikos Dendias. Dopo l’accoglienza ufficiale all’aeroporto di Atene, papa Francesco si dirige al Palazzo presidenziale, dove incontrerà la presidente della Repubblica greca, Ekaterini Sakellaropoulou, poi il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, quindi le autorità e la società civile del Paese, cui rivolgerà il suo discorso.

Dopo l’accoglienza ufficiale all’aeroporto di Atene, papa Francesco si dirige al Palazzo presidenziale, dove incontrerà la presidente della Repubblica greca, Ekaterini Sakellaropoulou, poi il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, quindi le autorità e la società civile del Paese, cui rivolgerà il suo discorso.

Ecco i punti principali del discorso di Francesco:

Si registra un arretramento della democrazia in Europa

«Qui è nata la democrazia. La culla, millenni dopo, è diventata una casa, una grande casa di popoli democratici: mi riferisco all’Unione Europea e al sogno di pace e fraternità che rappresenta per tanti popoli. Non si può, tuttavia, che constatare con preoccupazione come oggi, non solo nel Continente europeo, si registri un arretramento della democrazia. Essa richiede la partecipazione e il coinvolgimento di tutti e dunque domanda fatica e pazienza. È complessa, mentre l’autoritarismo è sbrigativo e le facili rassicurazioni proposte dai populismi appaiono allettanti».

Polarizzazione esaspera democrazia, più partecipazione

Perché il bene sia davvero partecipato, un’attenzione prioritaria va rivolta alle fasce più deboli, ha detto il Papa. E’ la direzione da seguire, che un padre fondatore dell’Europa (De Gasperi, ndr) indicò come antidoto alle polarizzazioni che animano la democrazia ma rischiano di esasperarla. Un cambio di passo in tal senso è necessario, mentre, amplificate dalla comunicazione virtuale, si diffondono ogni giorno paure e si elaborano teorie per contrapporsi agli altri. Si deve invece passare dal parteggiare al partecipare; dall’impegnarsi solo a sostenere la propria parte al coinvolgersi per la promozione di tutti.

L’Ue lacerata da nazionalismi, è bloccata e scoordinata

«La Comunità europea, lacerata da egoismi nazionalistici, anziché essere traino di solidarietà, alcune volte appare bloccata e scoordinata. Se un tempo i contrasti ideologici impedivano la costruzione di ponti tra l’est e l’ovest del continente – ha detto – oggi la questione migratoria ha aperto falle anche tra il sud e il nord. Vorrei esortare nuovamente a una visione d’insieme, comunitaria, di fronte alla questione migratoria e incoraggiare a rivolgere attenzione ai più bisognosi perché secondo le possibilità di ciascun Paese siano accolti, protetti, promossi e integrati nel pieno rispetto dei loro diritti umani».

La morte va accolta, non somministrata

«Va sempre privilegiato il diritto alla cura e alle cure per tutti, affinché i più deboli, in particolare gli anziani, non siano mai scartati: gli anziani non siano la parte privilegiata per la cultura dello scarto. La vita è infatti un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata».

Parlando della pandemia, Francesco l’ha definita la grande avversità. «Ci ha fatti riscoprire fragili e bisognosi degli altri”, ha sottolineato. “Anche in questo Paese è una sfida che comporta opportuni interventi da parte delle Autorità – penso alla necessità della campagna vaccinale – e non pochi sacrifici per i cittadini. In mezzo a tanta fatica – ha continuato il Pontefice – si è però fatto strada un notevole senso di solidarietà, al quale la Chiesa cattolica locale è lieta di poter continuare a contribuire, nella convinzione che ciò costituisca l’eredità da non perdere con il lento placarsi della tempesta. Sembrano scritte per oggi – ha osservato – alcune parole del giuramento di Ippocrate, come l’impegno a ‘regolare il tenore di vita per il bene dei malati’, ad ‘astenersi dal recare danno e offesa’ agli altri, a salvaguardare la vita in ogni momento, in particolare nel grembo materno».

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A seduzioni autoritarismo rispondere con la democrazia

Vi esorto a far progredire questo Paese nell’apertura, nell’inclusione e nella giustizia. Da questa città, da questa culla di civiltà si è levato e sempre si levi un messaggio che orienti verso l’Alto e verso l’altro; che alle seduzioni dell’autoritarismo risponda con la democrazia; che all’indifferenza individualista opponga la cura dell’altro, del povero e del creato, cardini essenziali per un umanesimo rinnovato, di cui hanno bisogno i nostri tempi e la nostra Europa». Così papa Francesco ha concluso il suo discorso alle autorità e alla società civile della Grecia al Palazzo presidenziale di Atene.

Attuare impegni su clima, alle parole seguano i fatti

«Auspico che gli impegni assunti nella lotta contro i cambiamenti climatici siano sempre più condivisi e non siano di facciata, ma vengano seriamente attuati. Alle parole seguano i fatti, perché i figli non paghino l’ennesima ipocrisia dei padri».

Riferendosi al paesaggio greco, e in genere mediterraneo, papa Francesco ha sottolineato che «è triste vedere come negli ultimi anni molti ulivi secolari siano bruciati, consumati da incendi spesso causati da condizioni metereologiche avverse, a loro volta provocate dai cambiamenti climatici. Di fronte al paesaggio ferito di questo meraviglioso Paese – ha proseguito – il Pontefice -, l’albero di ulivo può simboleggiare la volontà di contrastare la crisi climatica e le sue devastazioni. Dopo il cataclisma primordiale narrato dalla Bibbia – ha aggiunto -, il diluvio, una colomba tornò infatti da Noè portando ‘nel becco una tenera foglia di ulivo’ (Gen 8,11)”. “Era il simbolo della ripartenza, della forza di ricominciare cambiando stile di vita, rinnovando le proprie relazioni con il Creatore, le creature e il creato», ha concluso.

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