Natale e Maria vietati: la Commissaria Ue, sepolta dalle critiche, fa precipitosa marcia indietro, dossier ritirato

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La Commissione Europea ritira le linee guida sul Natale, lo ha annunciato la commissaria Ue all’Uguaglianza Helena Dalli, supervisor delle indicazioni per la comunicazione interna ed esterna di Bruxelles. «L’iniziativa delle linee guida aveva lo scopo di illustrare la diversità della cultura europea e di mostrare la natura inclusiva della Commissione. Tuttavia, la versione pubblicata delle linee guida non è funzionale a questo scopo. Non è un documento maturo e non va incontro ai nostri standard qualitativi. Quindi lo ritiro e lavoreremo ancora su questo documento», ha detto Dalli. Le linee guida, in tutto 32 pagine di “suggerimenti”, incitavano per esempio a usare la formula Buone feste invece di Buon Natale per non discriminare nessuno. Contro le linee guida si erano schierati tra l’altro Lega e Fratelli d’Italia. Anche Forza Italia aveva annunciato un’interrogazione.

Il dossier incriminato, ora ritirato dopo le critiche e le prese in giro planetarie nei confronti dei burocrati Ue, si chiama Guidelines for inclusive communication ed è indirizzato ai funzionari Ue affinché usino una neolingua inclusiva e non discriminatoria. Si tratta di 32 pagine di suggerimenti, che sarebbero dovuti rimanere privati e che, invece, sono trapelati, come il non offendere chi non crede, quindi i non cristiani che non fanno il presepe. Per questo motivo, secondo la commissaria maltese per l’uguaglianza, Helena Dalli, la parola «Natale» può essere sostituita con «feste». Quindi anziché dire «buon Natale», basterebbe limitarsi a un generico «buone feste» così da non discriminare nessuno. L’obiettivo è evitare di «considerare che chiunque sia cristiano» perché serve «essere sensibili al fatto che le persone abbiano differenti tradizioni religiose». Ma il dossier affronta diverse tematiche: si va dall’evitare di dire «colonizzare Marte» perché è un’offesa ai marziani al non dire «cittadino immigrato» perché potrebbe ferire chi non ha cittadinanza. Meglio evitare di dire «vecchi» perché gli anziani potrebbero risentirsene: al posto di usare «Mr o Mrs» basterebbe dire «Mx». E ancora: meglio «cari colleghi» piuttosto che «signore e signori», evitare sempre nomi cristiani, meglio quelli generici e internazionali. Quindi no a «Maria e Giovanni», meglio «Malika e Julio». Insomma, il mondo cambia, la lingua si adegua.

Un dossier che ha scatenato perplessità e critiche. Da quella del leader della Lega Matteo Salvini che ha scritto «Viva il Natale, sperando che in Europa nessuno si offenda» a Giorgia Meloni secondo cui «la nostra storia e identità non si cancellano» fino a un’interrogazione presentata da Forza Italia. Da Bruxelles, però, ci tengono a precisare che nessuno ha mai vietato o scoraggiato l’uso della parola Natale: «Celebrare il Natale e usare nomi e simboli cristiani sono parte della ricca eredità europea», ha fatto sapere un portavoce dell’Ue. La Commissione Ue vorrebbe solo garantire la neutralità sulle questioni religiose. Nel dossier si segnalano anche altri suggerimenti importanti: quando si parla di transessuali, ad esempio, bisognerebbe identificarli secondo la loro indicazione; infine è bene evitare qualunque tipo di stereotipo su sesso, etnia ed età.

La rivolta contro questa cervellotica presa di posizione ha costretto i responsabili della Commissione a una precipitosa ritirata, anche se hanno annunciato che ci riproveranno. Ma a cosa serve questa Europa? Il più delle volte a sperperare i nostri quattrini in iniziative idiote come questa o a predisporre direttive per fissare il diametro dei piselli che è possibile mettere in commercio.

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