«Venere vincerà», in 6.000 a piazzale Michelangelo manifestano le donne No green pass

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Sono circa 6 mila le donne affluite a Piazzale Michelangelo rispondendo all’invito delle donne no green pass, con la partecipazione dell’ex vicequestore sospeso Nunzia Schilirò.  Hanno raggiunto il piazzale Michelangelo da tutta Italia nonostante il maltempo per partecipare al presidio indetto dal gruppo «Venere vincerà». Tra i promotori della manifestazione c’è Nunzia Alessandra Schilirò, poliziotta e vicequestore a Roma, che a metà ottobre è stata sospesa dal servizio dopo aver espresso posizioni contro l’obbligo del Green Pass. Il passaparola era partito da giorni sui social, con esplicita richiesta agli uomini di restare a casa.

Un appuntamento che ha voluto ridare valore al ruolo femminile all’interno della società dopo i mesi di pandemia. Si parla di amore, energia e spiritualità. Tuttavia nel gruppo emergono anche altri messaggi: c’è esplicita contrarietà ad esempio verso il certificato verde e le vaccinazioni sui bambini. Si vuole far cadere un pezzo di quella narrazione distorta che ci affligge negli ultimi tempi”, spiegano. E la semplice indicazione di indossare la mascherina ha sollevato nelle chat numerosi dissapori: molte iscritte si sono lamentate, interpretandola come una decisione finalizzata anche a limitare la protesta.

Sciarpa rosa, cappotto azzurro. Così la vicequestore di Roma, Nunzia Schilirò, divenuta simbolo dei No Green pass, si è presentata alla manifestazione di sole donne, promossa dal gruppo Venere vincerà a Firenze. Lo aveva detto e lo ha fatto. All’inizio del suo discorso – trasmesso in diretta da Byoblu, seppur solo in parte a causa di problemi tecnici – Schilirò ha spiegato perché ha chiesto a tutte le presenti – il femminile è d’obbligo, visto che le organizzatrici hanno chiesto agli uomini di restare a casa (in realtà in molti si sono presentati lo stesso, ndr) – di mantenere le distanze e di indossare le mascherine: «Sono stata costretta a farlo, ho ricevuto un invito formale altrimenti la manifestazione non si sarebbe potuta tenere». «Stanno cercando di criminalizzare il dissenso, vogliono farci credere che siamo pazzi, criminali e terroristi. E allora spetta a noi dimostrare che si sbagliano. Da qui ai prossimi 6 mesi riusciremo ad uscire da quest’incubo». Schilirò, dirigente di polizia, è stata sospesa dal servizio per aver tenuto un discorso pubblico, nel corso di una manifestazione dei No Green pass lo scorso 25 settembre a Roma, contro la certificazione verde anti-Covid.

«La tessera verde è uno strumento di controllo, antiscientifico, illogico. Che senso ha non poter andare al lavoro, perché senza Green pass, e invece poter andare a fare la spesa o salire sul bus?», dice Schilirò sotto la pioggia, circondata da ombrelli colorati e da centinaia di persone, alcune delle quali con cartelli come «I bambini non si toccano». Il Green pass «ci porterà a un livello di società identico a quello cinese. La popolazione verrà divisa in buoni e cattivi cittadini. I buoni saranno quelli che obbediranno al potere, gli altri perderanno i loro “punti” sulla loro tessera e si vedranno negati i loro diritti». «Gli italiani – continua la vicequestore – si sono rassegnati, dicono che vogliono la rivoluzione ma poi devono farla sempre gli altri. E allora dobbiamo essere noi donne a farla. Parlate, andate dalle persone che conoscete e chiedete se si sentono prese in giro. Ci hanno fatto credere che noi donne siamo inferiori, invidiose, che non possiamo essere unite». Da qui la proposta: «Fermiamoci per 10 giorni e diciamo no alla tessera verde, rifiutiamola», questa la sua proposta seguita, poi, da un attacco contro i vaccini: «Questo non è un vaccino, è un siero sperimentale».

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