Green pass: Esponenti Forze ordine sprovvisti non possono entrare in caserma. Proteste dei sindacati

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Il Governo, nella sua campagna di dissimulato obbligo vaccinale e di estensione dei green pass emette disposizioni che rasentano l’assurdo e viene aspramente contestato dai sindacati delle Forze dell’ordine. «Non è consentito, in alcun modo, che il lavoratore permanga nella struttura, anche a fini diversi, o che il medesimo sia adibito a lavoro agile in sostituzione della prestazione non eseguibile in presenza, ferma rimanendo la possibilità (…) di fruire degli istituti contrattuali di assenza che prevedono comunque la corresponsione della retribuzione (malattia, visita medica, legge 104, congedo parentale)».

E’ quanto si legge nell’allegato al Dpcm nel quale sono riportate le linee guida in materia di condotta delle
pubbliche amministrazioni per l’applicazione della disciplina in materia di obbligo di possesso e di esibizione della certificazione verde covid-19 da parte del personale.
In base a quanto riportato nel decreto in vigore da oggi i dipendenti della Pubblica Amministrazione in generale e, va da sé, le forze dell’ordine in particolare, non potranno accedere alle strutture dove prestano servizio, così come nelle caserme per mangiare, per dormire, se non muniti di certificazione verde. Tanto è bastato per far infuriare, e non poco, i sindacati di categoria che, prima per voce del segretario del Nuovo Sindacato Carabinieri, Massimiliano Zetti, e del segretario generale di Italia Celere (per il Reparto Mobile della Polizia di Stato), chiedono un ripensamento della norma.

«L’Arma dei Carabinieri ha dato ordine a tutti i militari alloggiati nelle caserme di uscire dalle camerette se non in
possesso dal Green pass da questa mezzanotte. Il Comando Generale avrebbe dato la disposizione di ordinare a chi occupa le camere di lasciarle, paragonando l’alloggio a luogo di lavoro – spiega Zetti – Nessun decreto ha mai imposto una azione del genere che non ha precedenti nella storia dell’Arma. Il Nuovo Sindacato Carabinieri
interverrà in ogni luogo per difendere i propri colleghi cacciati in mezzo alla notte a cercarsi mezzi di fortuna per passarla in maniera dignitosa. Chiederemo al Presidente Draghi se era questa la sua intenzione quando ha emanato il decreto che regolerà il mondo del Lavoro».
Fonti del comando generale dei carabinieri fanno sapere tuttavia all’Adnkronos che la circolare da loro emanata l’11 ottobre scorso non contiene alcuna indicazione sugli ‘accasermati. Dalla lettura del Dpcm del 12 ottobre, l’aspetto è indirettamente trattato quando è esplicitamente previsto che al personale dichiarato assente ingiustificato per mancanza del green pass all’atto di intraprendere il lavoro, non è consentito, in alcun modo, permanere nella struttura, anche a fini diversi. Pertanto, chi occupa posto in caserma ma non effettua il servizio, poiché in licenza o a riposo continuerà a usufruire del beneficio.

«La situazione è difficile e delicata, il governo ha preso una decisione che non condividiamo, laddove il vaccino è di libera scelta. Siamo in una situazione in cui gli uffici di Polizia devono controllare i poliziotti con o senza il green pass – aggiunge all’Adnkronos Andrea Cecchini, di Italia Celere – pena la sanzione o il divieto di accesso alle caserme. Una cosa allucinante, considerato che fino alle 23 di ieri sera si poteva entrare senza problemi, non solo per dormire ma per mangiare, per lavorare. Siamo stizziti nei confronti del Governo perché, a parte il numero dei poliziotti senza
il green pass è altissimo e si mette a rischio la sicurezza nazionale, abbiamo colleghi che per venire a lavorare devono farsi il tampone spendendo altri soldi. Se il vaccino è la soluzione alla pandemia, perché non renderlo obbligatorio, prendendosene la responsabilità? Finché è discrezionale, è giusto che non si vincoli e non si limiti l’attività lavorativa».

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Altre grane per il governo di Draghi, Lamorgese e Speranza, che sembra adottare troppo spesso alcune decisioni che creano confusione e sconcerto. Non è questo il modo di gestire situazioni delicate come quelle rappresentate dai sindacati delle Forze dell’ordine.

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